Espandi menu
cerca
Crepuscolo di Tokyo

Regia di Yasujiro Ozu vedi scheda film

Recensioni

L'autore

vermeverde

vermeverde

Iscritto dall'8 marzo 2020 Vai al suo profilo
  • Seguaci 25
  • Post 8
  • Recensioni 105
  • Playlist 5
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Crepuscolo di Tokyo

di vermeverde
9 stelle

Uno dei film più amari e toccanti del grande regista, qui insolitamente cupo e sconsolato.

Alla mia età per essere stimolato a scrivere di cinema ho bisogno di vedere film che mi colpiscano in profondità per il valore estetico ed emotivo, il che avviene raramente per le produzioni contemporanee: se oggi mi permetto di scriverne è perché ho visto su Rai Play alcuni bellissimi film di Ozu, autore che anche quando non ha realizzato capolavori non è mai sceso sotto un livello ottimo o eccellente.

 Crepuscolo di Tokyo (titolo originale “Tokyo boshoku”) è l’ultimo film in bianconero del regista, girato nel 1957. Vi si narra il disfacimento familiare indotto nella famiglia di Shukichi (Chishu Ryu) dall’egoistico abbandono della moglie Kikuko (Isuzu Yamada), evidente sulla figlia maggiore Takako (Setsuko Hara) e soprattutto sulla minore Akiko (Isako Arima), perché menoma le loro vite del sostegno e dell’affetto di cui avrebbero avuto necessità e ne consegue il problematico rapporto con i rispettivi partner. Il suo ritorno a Tokyo, dove è riconosciuta della sorella di Shukichi (Haruko Sugimura), non migliora la situazione, provocando solo rifiuti e ostilità, ed ha effetti devastanti, per cui se ne allontana definitivamente. Nel film ciò che colpisce di più è l’atmosfera di sconforto che vi aleggia (soprattutto nella persona di Akiko che non accenna mai nemmeno un sorriso) e di cui è metafora il freddo clima invernale in cui si svolge la vicenda.

Una costante scelta stilistica di Ozu è quella di non mostrare mai direttamente gli eventi cruciali, determinanti per gli sviluppi del racconto, che avvengono sempre fuori scena ma che risultano indirettamente evidenti dalle parole o dai gesti dei protagonisti. Il cinema di Ozu, infatti, è volutamente antispettacolare: più che raccontare fatti o eventi indaga sui sentimenti umani nel loro evolversi e sui rapporti che si instaurano fra i personaggi e a cui fanno da cornice le trasformazioni sociali in atto verso la modernizzazione e l’occidentalizzazione che comportano il progressivo abbandono delle tradizioni. L’impianto visivo del film è in piena sintonia con la cupa amarezza delle vicende narrate: la sensazione di disagio e di incombente oppressione comunicata dalla spoglia natura invernale trova corrispondenza nell’ambientazione in interni chiusi e poco luminosi e in esterni spesso angusti e notturni, ambientazioni che trovo simili a quella dei noir.

Grande pregio, come normalmente avviene nei film di Ozu, è l’ottima prova degli attori, alcuni dei quali abituali collaboratori del regista, che impersonano con realismo convincente, senza eccessi ma incisivo, la diversa umanità dei personaggi; su tutti spicca l’eccelsa prova di Setsuko Hara la cui sottile duttilità espressiva le permette di esprimere con penetrante sincerità i sentimenti che animano Takako, quasi senza bisogno di parole.

Yasujiro Ozu è generalmente considerato “il più giapponese dei registi giapponesi”: personalmente trovo questo luogo comune, non dico sbagliato (la poetica del regista è fondata sulla filosofia zen) ma fuorviante: uno dei motivi della grandezza di Ozu consiste nella capacità di trarre istanze di universale umanità dalla vita quotidiana di persone normali, il che trascende la collocazione geografica delle storie narrate che, al di là delle circostanze esteriori, potrebbero avvenire ovunque.

In conclusione, un bellissimo film, forse non adatto a che cerca il puro intrattenimento, che solo lievi difetti (qualche lungaggine e ridondanza) gli impediscono di essere considerato un capolavoro assoluto.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati