Regia di Sean Byrne vedi scheda film
Una surfista viene rapita da Tucker, un serial killer ossessionato dagli squali che la tiene prigioniera sulla sua barca per un macabro rituale: offrirla come pasto agli squali, filmando il tutto. La trama esplora la lotta di Zephyr per sopravvivere e fuggire, mettendo in luce come l'orrore principale non provenga dalle creature marine, ma dalla crudeltà e dalla perversione dell'uomo.
Gli squali ci vengono presentati come creature fraintese, quasi innocenti se non disturbati, mentre l'antagonista Tucker è la personificazione della brutalità umana, che usa gli squali per i suoi scopi deviati. Il film critica chi "osserva dalla barca", ovvero chi usa e abusa della natura per il proprio piacere e controllo, trasformando la vita in spettacolo di violenza. Attraverso Tucker, il film denuncia come l'uomo distorca l'ambiente e le sue creature, manipolandoli per fini malvagi anziché per rispetto. La protagonista Zephyr, rapita e in balia del killer, deve trovare la forza di sopravvivere, trasformando la paura in resistenza contro un predatore umano. Dangerous Animals sovverte le aspettative del classico Jaws, spostando l'orrore dalla natura all'interno dell'animo umano, specchio della nostra epoca.
La regia di Sean Byrne in è molto solida e stilisticamente consapevole, con movimenti di macchina mokto spettatori e un montaggio fluidio, che crea tensione, anche se la sceneggiatura risulta ripetitiva e con dialoghi piuttosto deboli. La recitazione Jai Courtney è ottima, il cui villain è "amabilmente sopra le righe" e inquietante, mentre la protagonista Hasdie Harrison è funzionale ma cattura poco l'attenzione.
Dangerous Animals è un buon thriller/horror che usa gli squali come sfondo per esplorare il lato più oscuro dell'umanità, criticando il dominio dell'uomo sulla natura e la violenza che si annida anche dove meno te l'aspetti.
Dangerous Animals (2025): scena
Dangerous Animals (2025): Jai Courtney
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