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Fino alle montagne

Regia di Sophie Deraspe vedi scheda film

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La recensione su Fino alle montagne

di alan smithee
7 stelle

locandina

Fino alle montagne (2024): locandina

CINEMA OLTRECONFINE

Travagliato da una sorta di crisi esistenziale, il giovane scrittore canadese Mathyas decide di prendersi una pausa di riflessione recandosi in Francia.

Tra le montagne dell'immediato entroterra della regione Paca (Provence et Cote d'Azur), il giovane, osservando un raduno di pastori, riceve una folgorazione e decide di trasformarsi in un "berger", trasportando greggi di pecore nella transumanza che porta le bestie sino ai pascoli più alti. Innamoratosi di una giovane addetta alle pratiche di immigrazione, formerà con lei una coppia di vita tra attrazione sessuale e vita sui monti, destreggiandosi i due tra diversi allevatori, prima di affrontare la loro prima vera transumanza in alta montagna, tra minacce del lupo e i richiami verso una natura suprema ed inflessibile che non accetta la si sottovaluti.

Solène Rigot, Félix-Antoine Duval

Fino alle montagne (2024): Solène Rigot, Félix-Antoine Duval

Félix-Antoine Duval, Solène Rigot

Fino alle montagne (2024): Félix-Antoine Duval, Solène Rigot

È un bel film intenso e carico di realismo la nuova fatica cinematografica della regista canadese Sophie Deraspe, già incontrata tempo addietro con alcune opere precedenti (Les loups-2014, e più di recente Antigone-2019), che si avvale di due protagonisti credibili e nel contempo seducenti: Felix-Antoine Duval, già visto nel provocatorio Saint-Narcisse, di Bruce LaBruce-2020), e Solène Rigot di Quattro vite-2016, sono una coppia perfetta e credibile di bei giovani volenterosi ed entusiasti, descritti e raccontati con realismo che non lascia spazio a fuorvianti sentimentalismi ed altre edulcorazioni. Così come appaiono credibili i personaggi di contorno, interpretati da credibili attori professionisti (tra questi la bravissima Guilaine Londez e il lanciatissimo e pingue David Ayala, apprezzato di recente in Miséricorde di Alain Guiraudie e On Ira di Enya Baroux), ma anche da veri pastori (basta notare i dettagli delle mani vissute per scoprire la differenza tra i due).

Félix-Antoine Duval, Solène Rigot

Fino alle montagne (2024): Félix-Antoine Duval, Solène Rigot

 

Félix-Antoine Duval

Fino alle montagne (2024): Félix-Antoine Duval

Nel raccontare una storia di sfide con sé stessi e con una natura ferma ed implacabile, il film della Deraspe riflette in modo serio ed appropriato sulla necessità di tornare ad un rapporto privilegiato e tattile con la natura e la sua inflessibile capacità di rigenerarsi, tra manifestazioni di superiorità anche drammatici che prevedono fenomeni anche metereologici scatenanti e supremi, a cui si alternano momenti di clemenza quasi materna che incutono dipendenza ed un innato senso di assoggettamento.

Sentimenti e sensazioni che prova anche l'uomo, una volta messa da parte la sua superficialità ed arroganza, avvicinandosi opportunamente e con rispetto verso regole e comportamenti di un creato verso cui non resta che piegarsi nel rispetto di cotanta potenza e temperamento.

Félix-Antoine Duval

Fino alle montagne (2024): Félix-Antoine Duval

Il pastore rivisitato dal sensibile Mathyas, tradizionale col suo vincastro dal sapore biblico, percorre paesaggi montani anche lussureggianti che tuttavia la regista sa affrontare e riprendere esaltando la loro bellezza autentica, nel rispetto di un realismo che non sfocia mai in una visione superficiale e da cartolina. 

 

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