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Eddington

Regia di Ari Aster vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Eddington

di zombi
9 stelle

il cinema americano è sveglio e vigile, e soprattutto sa raccontare il proprio paese con una lucidità nauseante.

il piccolo centro di eddington nel new mexico, confinante con una riserva indiana è il fulcro di tutto ciò che sta succedendo negli stati uniti.

le tensioni razziali; le divisioni territoriali; il covid e la sua negazione; la noia e la rabbia dei giovani che si sviluppa in manifestazioni contro il governo a favore del black lives matter, a ridosso dell'omicidio di george floyd; lo sfruttamento di un territorio a favore dell'ennesima multinazionale; lotta per la poltrona da sindaco; movimenti religiosi e sette che raccolgono persone fragili devastate nella psiche e che quando diventato importanti e ricche raccolgono il favore dei politici; l'utilizzo delle armi per risolvere ciò che l'umano non riesce a fare utilizzando la testa e la ragione.

aster ambienta il suo film appositamente in un piccolo nucleo sociale, perchè rende meglio l'assurda piega che prende la situazione.

in un paese dove si conoscono tutti e ufficialmente si rispettano, basta un niente per far sentire autorizzate le persone a tirare fuori il peggio di sè.

il rispetto non viene dalla conoscenza della persona, piuttosto viene dalla tolleranzache abbiamo per il timore delle conseguenze, soprattutto giuridiche, in un paese di avvocati come gli stati uniti.

basta un niente e il collega nero con cui vai a bere le birre finito il turno, diventa lo scumbag di kirk-iana memoria.

l'escalation orchestrata da aster regista e sceneggiatore, nelle strade vuote del paesello di eddington, è talmente assurda e grottesca che viene da sorridere dalla tenerezza.

i ragazzi annoiati e rinchiusi in casa, soprattutto nel deserto del nuovo messico, sentono il bisogno di ritrovarsi e socializzare anche a distanza; gli anziani non capiscono il perchè di quelle fastidiose mascherine; gli adulti si fanno irretire da blog complottisti, divenendo sempre più repressi e repressivi.

tutto in eddington è incredibile, e dal rimbortto paterno o ufficiale da parte dello sceriffo, si arriva alla comparsa degli agenti ICE in un batter di ciglio.

anzi ci sono momenti che pare di confondersi con il recentissimo film di paul thomas anderson.

e l'espressione sempre più incredula del sempre più catatonico joaquin phoenix, è l'espressione e la sensazione che mi è capitato di ritrovarmi addosso come spettatore, anche se dovrei essere abituato a non scioccarmi più per ciò che sta succedendo nella terra delle opportunità, sempre più per pochi.

eddington è la stupidità umana al suo zenith, sfruttata con gran sfregamento di mano dalle autorità che non gli par vero, di poter essere stati praticamente invitati a sciorinare la loro polizia segreta a sedare il disordine in onore del dio denaro.

eddington è disordine sociale, nato dall'ennesimo soppruso poliziesco ai danni di un uomo nero, urlato a voce alta con gran senso di impotenza e colpa dalla popolazione bianca.

un'impotenza che sfocia e si nutre del proliferare di sette religiose a raccolta di disperati alla canna del gas e di individui che hanno perso la bussola in una siotuazione di estrema confusione come quella della pandemia e si affidano al primo furbo da tastiera che indovina ciò che la gente vuol farsi dire.

ma alla fine di questa guerra nata nel basso e che fa vittime nel basso, il capitale è quello che vince sempre.

capitale e pandemia non guardano in faccia nessuno ed entrambi falciano tutto quello che è sul loro cammino.

il giovane che sputa sulla propria bianchitudine perchè vuol far colpo sulla ragazzina che gli piace e che viene insultato dal padre a tavola incredulo per quello che sente, ben conscio di ciò che si sta vivendo, sarà colui che aiuterà a spargere benzina sul fuoco del disordine sociale per poter invocare una legge dell'ottocento contro le manifestazioni(insurrezioni)in nome dell'ordine (capitale) sociale.

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