Regia di Ari Aster vedi scheda film
Maggio 2020, New Mexico, cittadina di Eddington. Il mondo e la piccola cittadina di Eddington sono alle prese con il lockdown dovuto alle restrizioni per il Coronavirus. Lo sceriffo Joe Cross (Joaquin Phoenix) perlustra sul suo Suv le strade deserte. Gli incontri che occasionalmente fa sono con un’altra pattuglia del paese confinante, gli agenti gli fanno notare che è senza mascherina, e che se vuole entrare nel territorio di loro competenza, deve indossarla. Ne scaturisce una piccola discussione, dove alla fine Cross cede.
Altra questione nasce con il sindaco di Eddington, Ted Garcia (Pedro Pascal), quando lo scopre all’interno del suo bar mentre tiene una inconsueta riunione del consiglio comunale per le imminenti elezioni. Garcia chiama lo sceriffo perché un ubriacone sta cercando di forzare l’entrata del bar in modo violento ed è senza mascherina con chiari sintomi influenzali.
Cross riesce a gestire la situazione, non senza momenti di alta tensione con il sindaco. Tra i 2 ci sono vecchi attriti dovuti (capiamo dopo) ad un precedente rapporto tra Garcia e la moglie di Cross.
Eddington (2025): Joaquin Phoenix
Il nucleo familiare dello sceriffo non è meno ansiogeno della comunità cittadina appena presentata. La moglie Louise (Emma Stone) è chiaramente disturbata mentalmente, e la presenza in casa della madre per via del lockdown, non è certo migliorativa. Tra le due donne ci sono continue liti e tensioni dovute a non ben precisati fatti del passato.
Joe Cross vive in un continuo stato di stress, peggiorato dalla condizione dovuta alla pandemia, decide così di prendere la situazione in mano presentandosi alle elezioni per diventare sindaco di Eddington e spodestare dalla città e dalla sua vita Ted Garcia.
Questa decisione che a Joe appare solo risolutiva per tutti i suoi mali, individuando in Garcia il fautore di tutto ciò che è negativo, non è condivisa dalla moglie che ha paura di essere presa di mira dai media, e continua a difendere Garcia dalle colpe che gli vengono attribuite dalla madre e dal marito.
D’ora in poi la narrazione della trama del film diventa problematica, in quanto iniziano ad intrecciarsi al filone principale molti altri personaggi che intraprendono a loro volta percorsi personali ma invasivi nel contesto della storia.
Oltre ai personaggi indicati, cominciano a prendere corpo in maniera incisiva i 2 vice di Cross, il figlio di Garcia e il suo amico, il barbone ubriacone, la ragazza contestatrice del vice di colore di Cross, un fantomatico guro fanatico religioso, il poliziotto di origine nativa americana, l’assessore corrotto del sindaco, e il movimento Black lives matter…
Joe Cross incarna la deriva sociologica dovuta non solo alla pandemia, ma a tutta una situazione malata che il Paese sta vivendo e maturando da anni.
La pandemia scatena quello che era in incubazione da tempo -questo pare voglia dirci il regista Ari Aster, con il suo linguaggio personalissimo e di indubbia efficacia- e non si tratta solo di un virus che può essere debellato grazie a possibili vaccini o a misure comportamentali, ma piuttosto ad un malessere che viene amplificato proprio dalle misure di contenimento ed isolamento.
Eddington (2025): Micheal Ward, Joaquin Phoenix, Luke Grimes
Joe Cross si sente emarginato per via della sua difficoltà ad indossare la mascherina per via dell’asma di cui è sofferente. Questo è l’elemento scatenante per comprendere meglio quali siano i suoi veri “nemici”, il male da sconfiggere. Le sue paure personali diventano (per lui) quelle universali da diffondere in maniera plateale in un comizio all’interno di un bar. Se le persone che lo ascoltano sono poche e annoiate, sedute ai tavolini di una semi deserta tavola calda, diventano numerosissime e molto attive quando il solito discorso viene divulgato tramite i social. La miccia è stata innescata, la verità malata ha preso a circolare, le vie di trasmissione sono incontrollabili e molto veloci per poter pensare di porvi rimedio in modo sensato.
Il delirio finale è vicino e il “dopo” sarà peggio del “prima”.
Dopo “Beau ha paura”-2023-, avevo paura di una deriva delirante e criptica da parte del bravo regista statunitense. Questo non è avvenuto, ma devo essere sincera, che forse proprio per questa mancanza di narrazione stilistica, "Eddington" manca di personalità autoriale.
Mi spiego meglio.
Ari Aster è un giovane regista, sceneggiatore e (diciamolo) autore a tutti gli effetti. Già con Hereditary-Le radici del male -2018, ma soprattutto con il meraviglioso Midsommar-Il villaggio dei dannati -2019- , aveva dato prova di saper utilizzare il linguaggio cinematografico in maniera moderna e originale, molto personale. In “Beau ha paura” aveva osato di più, andando oltre, facendo cadere lo spettatore in una sorta di visione empatica, grazie ai primi 30 minuti di film, che servono a far cadere in una specie di ipnosi apneica.
Quello che mi chiedevo era infatti: cosa farà dopo?
Dopo ha fatto un film che sicuramente ha un messaggio forte, di denuncia verso una condizione sociale malata e difficile, di evidenti contrasti, di gravi corruzioni, ma il suo linguaggio narrativo ha dovuto scendere a dei compromessi ovvi e per questo mi ha lasciata un po’ delusa e insoddisfatta.
Soprattutto nella parte finale del film (gli ultimi 40 minuti) bisogna scordarsi l’effetto suscitato con Midsommar o Beau, si raggiunge solo una stanca soluzione, un “doveroso” elenco di ciò che accade, senza troppo stupore (per non dire nessuno), senza molta emozione, forse anche un po’ di lungaggine che (per quanto mi riguarda) non trova giustificazioni. Forse Eddington meritava una narrazione che oggi si riserva alle serie di successo, per dargli più spazio e trovare la giusta combinazione tra la comunicazione e il linguaggio narrativo necessario per mantenere la mano autoriale che compete al regista. Non lo so, qui mi fermo e aspetto il prossimo film che vorrà fare, andando però a riguardarmi (quando voglio veramente godere cinematograficamente parlando) Midsommar e il suo meraviglioso carosello finale.
Qualche riga la voglio dedicare al cast, veramente eccellente, ma soprattutto Joaquin Phoenix. Cosa deve fare d’altro questo attore? Penso, a mio parere, che sia il più bravo di tutti. Con i 2 film di Ari Aster ha dimostrato di saper raggiungere livelli altissimi di interpretazione e comprensione del proprio personaggio, sapendo trattare gli aspetti più intimi del suo ruolo. Il buon risultato del film è dovuto anche alla sua presenza, alla quale non vedo alternative.
Eddington (2025): Joaquin Phoenix
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