Regia di Ari Aster vedi scheda film
Per Ari Aster, regista fra i più originali fra le "nuove" leve del Cinema americano, Eddington nel New Mexico, è il cuore nero, l' "occhio di Sauron" della nuova America, quella dal Covid in poi. Le problematiche sociali dell'America attuale e purtroppo, di riflesso, mondiali, si arrotolano, qui, su due perni: lo sceriffo Joe Cross, uno straordinario Joaquin Phoenix (già lo vedo agli Oscar), e il sindaco Ted Garcia, un Pedro Pascal in sottrazione. La vicenda si avvia, lentamente, nel periodo del Covid, siamo nel maggio 2020, in cui mascherine e lockdown colpiscono, per decreto, anche Eddington. Ma lo sceriffo è negazionista, la moglie e la suocera (soprattutto quest'ultima) complottiste, e i primi attriti con il sindaco, che lo rimprovera di non usare la mascherina e di non rispettare i divieti, sono all'ordine del giorno. L'omicidio di George Floyd, a Minneapolis, da parte della polizia, complicherà la situazione, estremizzando le tensioni fra Joe e gli attivisti anti razzisti. La spirale si farà inarrestabile, quando Joe si candiderà a sindaco contro Ted. Fin qui il film, che dura due ore e mezza, è interessante ma niente di che (se non per la recitazione di Phoenix), ma prende quota con l'ultima ora e un quarto, quando diventa un thriller tesissimo e cattivo, in cui non si salva nessuno. Un regia moderna, imbevuta di social networks, fake news, manipolazioni mediatiche, complottismi e violenza, che è poi il mondo in cui tutti viviamo. Un racconto non perfetto ma di polso, dove il Cinema vince su una trama, a volte, incespicante. Io avrei tagliuzzato un po', ma è comunque da vedere e da riflettere.
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