Regia di Pietro Marcello vedi scheda film
Valeri Bruni Tedeschi si cala nei panni dell'attrice Eleonora Duse, ma vista negli anni della sua vecchiaia, quando la donna si ammalò di tubercolosi.
Valeri Bruni Tedeschi si cala nei panni dell'attrice Eleonora Duse, ma vista negli anni della sua vecchiaia, in special modo durante la Prima Guerra Mondiale (ma anche oltre), quando la donna si era ammalata di tubercolosi e cercava un modo per sfondare in palcoscenico, nonostate tutto, anch apparendo nei palcoscenici aperti, delle basi militari italiane, per dare coraggio e decantare frasi scontate a dei soldati male in arnese, o moribondi. L'ambientazione e i costumi d'epoca sono azzeccati, si usano anche diversi filmati "vintage", persino attori che interpretano personaggi storici, come Benito Mussolini e Gabriele d'Annunzio, per cui cui l'attrice ha un debole. Fra rappresentazioni teatrali poco apprezzate, registi, ammirati e conosciuti dalla Duse, ma derisi alla fine degli spettacoli dal pubblico, che lancia ortaggi, invece d'applaurire, incontri e scontri verbali, svenimenti improvvisi, brutti rapporti fra madre e figlia (Eleonara e la sua Enrichetta non vanno affatto d'accordo, perché la figlia vorrebbe che la madre si ritirasse e andasse a vivere, assieme a lei e ai suoi due bambini e lei, per ripicca, si rifiuta di fare entrare la figlia a vedere un suo spettacolo), badanti algide e gelose, anche perche d'origini austriache, il film si ingrigisce sempre più, puntando sulla più che discreta performance della Tedeschi. Non siamo di fronte a un capolavoro, ma ad un prodotto dignitoso, dove colpiscono anche le scene intime coi nipotini (quando Elonara Duse legge loro il Pinocchio, di Collodi, per farli addormentare, anche se poi li spaventa,) o quando in un cimitero, la nostra fa il segno delle corna, quando, per poca non inciampa e non cade in una tomba appena scavata. Storico, ma romanzato, sembra che si stia parlando di una storia di una povera malata di mente, che ha visto anni migliori.
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