Regia di Pietro Marcello vedi scheda film
Duse (2025): locandina
VENEZIA 82 - CONCORSO
Un biopic sulla "divina" del teatro mondiale era necessario, soprattutto dopo che la Francia ha dedicato un film al suo più degno ed acerrimo rivale, la non meno consacrata Sara Bernhard, interpretata con verosimiglianza da Sandrine Kiberlain nella recente trasposizione a cura di Guillaume Nicloux.
Due divine che peraltro si incontrano fugacemente anche nell'accurato film che Pietro Marcello ha portato al Concorso veneziano, e che in questo caso è portata in scena dalla solita professionale Noémi Lvovsky, in un cameo che non passa inosservato.
Una diva vissuta in un periodo complesso, già di per sé difficile, anche per una donna seppur dotata di un estro non comune, per emergere senza condizionamenti e compromessi.
Duse (2025): Valeria Bruni Tedeschi, Fanni Wrochna
Duse (2025): Valeria Bruni Tedeschi, Fanni Wrochna
Figuriamoci quando costretta a tenere a bada gli istinti animaleschi e gli impeti non solo artistici di un D'Annunzio esaltato e magniloquente, e di un Mussolini rassicuratore e imbonitori.
Il film si concentra sulla Duse della maturità, della donna che da anni ha lasciato la scena per tentare di riconquistarti un ruolo di madre che il teatro le ha sempre impedito di svolgere, tra sensi di colpa e frustrazioni lancinanti.
È una trasposizione certo assai formale, ma molto ben articolata quella che uno scrupoloso Pietro Marcello ha cesellato nei tratti inquieti di una Valeria Bruni Tedeschi meritevole di Coppa Volpi per questa parte, senza la minima esitazione.
Duse (2025): Fausto Russo Alesi, Valeria Bruni Tedeschi
Duse (2025): Noémie Merlant
È infatti il cast, oltre alla minuziosa ricostruzione scenica, il valore piu evidente di un film costruito con rigore, sin eccessivo.
Oltre ad una magnifica Bruni Tedeschi, il film su fa apprezzare per la sanguigna interpretazione che l'ottimo Fausto Russo Alesi, mentra la volitiva Noémi Merlant ricopre il ruolo dolente di una figlia perennemente in disparte di una diva troppo acclamata per poter gestire dignitosamente un ruolo materno in cui risulta sempre clamorosamente fuori parte.
Nel ruolo di un determinato attore di riferimento della nuova non perfettamente assestata compagnia che ritrova in scena la diva, si fa apprezzare la prova del valido Vincenzo Nemolato.
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