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Trapianto, consunzione e morte di Franco Brocani

Regia di Mario Schifano vedi scheda film

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La recensione su Trapianto, consunzione e morte di Franco Brocani

di mm40
2 stelle

Un collage video di un'ora e mezza, colorato e multiforme, suggestivo e caotico come una tela di Mario Schifano.



Il senso del nonsenso. Trapianto, consunzione e morte (Dedalo '69) – questo è il titolo che compare sui crediti di testa del lavoro – è un lavoro sperimentale a oltranza, più un tentativo di scardinare il cinema dal suo interno, con i suoi stessi mezzi, che un film vero e proprio. Immagini di manifestazioni di piazza si intersecano con scene di vita quotidiana, con una serie di dialoghi composti principalmente da banalità a corredo del tutto, inseriti quasi sempre a forza, a dispetto del contenuto visivo più che in suo rinforzo. Franco Brocani, che viene erroneamente citato nel titolo di quest'opera maggiormente diffuso sul web, compare all'interno della pellicola insieme ad alcuni amici e collaboratori del regista, Mario Schifano: ci sono infatti tra gli altri Louis Waldon, Carlo Baumgartner, Anna Carini, un monologo di Felice Gimondi sul ciclismo, lo stesso Schifano e Adriano Aprà, che comparirà in tutti e tre i film in lungometraggio diretti dal pittore-cineasta. Questo si situa a metà della sua filmografia, un anno dopo Satellite (1968) e tre prima di Umano non umano (1972), che vedrà partecipare sullo schermo anche Carmelo Bene. In un certo senso Schifano restituisce qui il 'favore' fattogli da Brocani nel 1967 con il cortometraggio È ormai sicuro il mio ritorno a Knossos, che vedeva il pittore tra i protagonisti (e anche lì era presente Anna Carini). In definitiva: benissimo l'avanguardia, lunga vita alle provocazioni e alle sperimentazioni, ma da seguire e da apprezzare, cinematograficamente parlando, qui c'è poco o nulla. 2/10.

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