Regia di Billy Wilder vedi scheda film
"Double indemnity" è uno dei capolavori assoluti del Noir americano e una delle vette più alte della filmografia di Billy Wilder, benchè sia soltanto uno dei suoi primi film (il terzo realizzato in America). Storia di una passione fatale destinata a portare morte e distruzione (un pò come nel contemporaneo "Il postino suona sempre due volte"), è uno splendido racconto che si concentra su alcuni dei sentimenti meno nobili dell'animo umano come la cupidigia, la lussuria e l'inganno che da esse deriva. L'assicuratore Walter Neff incontra casualmente la bellissima Phyllis Dietrichson per proporle un'assicurazione sulla vita per il marito. Restando sedotto dal suo fascino, Neff verrà coinvolto in un torbido intrigo allestito dalla donna per uccidere il marito, con una conclusione tragica.
Film fortemente innovativo nell'ambito del proprio genere di appartenenza, con una costruzione narrativa in flashback di grande virtuosismo e interventi della voce fuori campo di grande efficacia, che in seguito diventeranno un cliché abusato da altre pellicole "Noir", ma che in mano a Billy Wilder risultano strumenti espressivi di inedita potenza. E tutto il film sarebbe da elogiare per la perfezione della sceneggiatura e dei dialoghi di Raymond Chandler (davvero un vertice nella storia della narrazione cinematografica), il grandioso trio di interpreti formato da Barbara Stanwyck, Edward G. Robinson e Fred Mc Murray (quest'ultimo avrà in seguito una carriera deludente, ma in mano a Wilder è bravissimo), la colonna sonora dalle sonorità sinistre e insistenti di Miklos Rozsa. Rispetto ad altri capisaldi del Noir come Il mistero del falco e Il grande sonno, fortemente stilizzati, "La fiamma del peccato" è molto più scorrevole e godibile nei suoi valori spettacolari. Tantissime le battute che si imprimono nella memoria, e una sequenza iniziale che da sola basterebbe a giustificare la gloria del film. Nessun Oscar, purtroppo, nonostante sette nomination, poiché quell'anno ci fu il trionfo del ben più modesto "La mia via" di McCarey, ma l'anno successivo Billy Wilder avrebbe trionfato all'Academy con "Giorni perduti" (ottimo film drammatico, ma non proprio sullo stesso livello della "Fiamma del peccato"). Il Noir non è mai stato così archetipico e definitivo come in questo "Double indemnity" e la Stanwyck è davvero ammirevole nel tratteggio di un'eroina negativa che potrebbe scivolare continuamente nel cliché, e invece risulta dannatamente efficace.
Voto 10/10
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