Regia di Justine Triet vedi scheda film
Indubbiamente un buon film anche se forse un pò troppo osannato dalla critica, "Anatomia di una caduta" ha una dinamica quasi Hitchockiana nello scandagliare la psicologia dei protagonisti, soprattutto nella lunga parte processuale
E', pur nella sua semplicità, un film avvincente "Anatomia di una caduta", stretto tra un dramma esistenziale ed un legal thriller senza tanti fronzoli. La morte per apparente suicidio di un uomo, mentre nella casa isolata dove vivono ci sono con lui la moglie ed il figlio non vedente, è l'incipit di un sottile gioco al massacro verso la protagonista, su cui convergono le attenzioni della Polizia come sospetta omicida. Nel successivo processo (che prende buona parte del film) emergono una serie di particolari in grado di scompaginare le carte, fino alla decisiva testimonianza del figlio. Il film ricostruisce come un castello di sabbia, pronto a crollare, tutte le prove indiziarie, ma dà un ruolo decisivo alla sfera dei sentimenti, a quel non detto tra madre e figlio che vale molto più di tante parole. Riesce così a dare un senso a quel bisogno di trovare una risposta, qualunque essa sia, per raggiungere una apparente pace interiore dopo tanta sofferenza. Cast impeccabile, con l'ottimo piccolo protagonista a fare indubbiamente la differenza.
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