Regia di Madeline Sharafian, Domee Shi, Adrian Molina vedi scheda film
Ventinovesimo lungometraggio targato Pixar, Elio racconta la storia di un bambino, orfano di entrambi i genitori, che viene cresciuto dalla zia, un maggiore dell'aeronautica statunitense. Appassionato di astronomia, Elio è convinto che ci sia vita tra le stelle e passa le sue giornate a cercare di mettersi in contatto con gli extraterrestri. Una notte, il suo più grande desiderio si avvera e viene "rapito" da un'organizzazione galattica nota come Consiglio del Comuniverso, che erroneamente (e ironicamente) lo ha scambiato per l'ambasciatore del pianeta Terra. Al ragazzino verrà pertanto affidato il pericoloso compito di fare da mediatore tra il Consiglio e il leader di una violenta razza aliena, Lord Grigon, al fine di mantenere la pace. Per riuscirci, Elio finirà col diventare amico del figlio di Grigon, un essere vermiforme di nome Glordon, imparando nello stesso tempo preziose lezioni di vita.
Il film era inizialmente stato affidato ad Adrian Molina, regista di Coco (2017), ma a causa di un lavoro di totale riscrittura (la storia doveva infatti essere molto diversa) la regia è passata nelle mani di Domee Shi, la creatrice di Red (2022), e Madeline Sharafian. Costato sui 300 milioni di dollari, il film ne ha incassati poco più di 100, rendendolo un clamoroso flop commerciale. Vista la realizzazione travagliata e lo scarso rendimento al box office si potrebbe pensare che il film non sia nulla di interessante. Eppure, non è affatto così.
Elio (2025): locandina
All'inizio ero convinto che la pellicola veicolasse messaggi di pace e diplomazia, d'altra parte l'idea di un ambasciatore capace di risolvere i conflitti in modo non violento e per di più tra una federazione e un singolo popolo bellicoso, qualche sospetto lo aveva destato, complice il clima internazionale che come sappiamo è all'insegna della tensione, purtroppo. E sebbene l'invito alla concordia sia effettivamente presente, piano piano e quasi senza accorgersene, il film scivola verso insegnamenti più profondi e autenticamente umani. Elio è, nei fatti, un film sulla solitudine e il bisogno di essere amati e compresi. Cercare il proprio posto nel mondo e capire chi ha davvero valore per noi come esseri umani è il vero obiettivo che questa storia di fantascienza vuole raggiungere. Il traguardo fornisce una risposta assai toccante, mostrando l'amore incondizionato più antico del mondo, quello familiare. Un genitore o, più in generale, la persona che si prende cura con dedizione di un bambino è disposta a tutto pur di proteggerlo e renderlo felice. Una manifestazione di affetto che scuote le corde del cuore, sapendo altresì orchestrare sequenze poetiche adatte veramente a tutti, specie agli adulti che si godono questo spettacolo in compagnia dei loro pargoli. Al di là di qualche lacrimuccia, tanto adulta quanto infantile, Elio è capace anche di far sorridere, con il rapporto tra l'iperattivo protagonista e il suo quasi "gommoso" amichetto alieno. La sceneggiatura, forse non impeccabile al 100% ma comunque molto buona, si rifà a tante storie sci-fi, mentre l'animazione al computer si impegna a creare esseri strambi e improbabili che sembrano, per coerenza, usciti dal disegno di un bambino.
Elio (2025): scena
Elio (2025): scena
Elio (2025): scena
Anche se la grafica sfoggia astronavi, tecnologie del futuro e creature da altri mondi (tutte cose ben fatte), Elio è un film molto più in piccolo di quello che può sembrare. Un racconto fanciullesco inzuppato nell'immaginario fantascientifico che tocca da vicino i nostri sentimenti. Sicuramente non sarà da annoverare tra i capolavori della Pixar ma resta un prodotto di tutto rispetto e superiore a tanti altri concorrenti, animati e non. Dispiace per l'insuccesso immeritato, da parte mia non posso che cercare di porvi rimedio consigliandolo a tutti, grandi e piccoli, cinefili e semplici spettatori.
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