Regia di Maïwenn vedi scheda film
Un film racconta una storia, e se questa storia è a tratti aderente anche alla realtà storica, tanto meglio, allora oltre ad essere intrattenuti veniamo anche istruiti. La pellicola in questione centra il primo obiettivo, diverte, suscita interesse, descrive, racconta, e in una certa misura, appassiona. Ottima scenografia, buona la fotografia con grande uso di luce naturale, a costo di proporre inquadrature scarsamente illuminate, con pochissimo contrasto e visivamente poco attraenti, ma terribilmente reali, in questo senso in molti passaggi non si può fare a meno di pensare alla fotografia di Barry Lyndon. Anche il resto è apprezzabile, montaggio, regia e sceneggiatura, così come le interpretazioni che sono complessivamente soddisfacenti. E' il secondo obiettivo, la realtà storica, sul quale è necessario puntualizzare. Gli avvenimenti sono riportati fedelmente, è la figura della protagonista che viene delineata in modo molto lontano da quanto la vera Jeanne du Barry sembra essere stata. In altre parole, Maiwenn non cerca di entrare nel personaggio, ma fa entrare il personaggio in se stessa, mettendo al centro della narrazione la propria persona, fagocitando la vera Jeanne. Per carità, nulla di tragico in questa scelta, ma indubbiamente questo inficia l'immagine della protagonista che lo spettatore porta con se alla fine delle due ore del film.
Un altro errore, in questo caso veniale, viene commesso quando si sceglie di fare interpretare il ruolo della protagonista in età adolescenziale a Loli Bahia, una modella dalla bellezza trascendentale. Ebbene, a causa forse della "malformazione" maschile di chi scrive, il passaggio dalla fase adolescenziale a quella matura, con conseguente sostituzione della detta Loli Bahia con Maiwenn, vi posso garantire che è stata una cocente delusione.
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