Regia di Tonino Valerii vedi scheda film
Una banda di malviventi prende di mira ricchi imprenditori; li perseguita con continue minacce e richieste di denaro, lasciando comprendere che potrebbe colpire in qualunque momento, finchè essi pagano. Il costruttore Sampioni, inizialmente, non si piega al tentativo di estorsione. Ingaggia, quale guardia del corpo, il giovane aitante Marco Sartori. Stringendosi, tuttavia, la rete invisibile intorno all'uomo, l'imprenditore si arrende. Ma non il suo "gorilla", deciso a porre fine all'attività dei malavitosi in primis per amore di giustizia. Diretto da Tonino Valerii, "Vai Gorilla" è un "poliziottesco" molto particolare. Le forze dell'ordine sono poste in secondo piano rispetto Marco, un cittadino come tanti altri; non uno stinco di santo, ne' libero da problematiche di carattere economico o personale. Egli, con il suo lavoro, mantiene una sorella ed un fratello; in particolare, il minore, Piero, uno scavezzacollo un po' sprovveduto spesso coinvolto da cattive amicizie in affati poco puliti, è per Marco costante fonte di ansia. Tuttavia, il protagonista non è tipo da chinare il capo. Non lo fa, ne' di fronte al datore di lavoro, con il quale entra spesso in aperto conflitto, essendo il Sampioni un soggetto sprezzante, uso ad ostentare i propri potere e ricchezza, ne' nei confronti dei malviventi, i quali egli sceglie di combattere anche dopo la resa del suo "padrone". Il "gorilla" è interpretato da Fabio Testi. Conduce la sua indagine sfruttando conoscenze nel mondo della polizia e della malavita; induce a parlare fiancheggiatori e complici di Berto (Antonio Marsina), carismatico e violento capo della banda dei ricattatori, il quale raccoglie la sfida ed inizia a "giocare" con il protagonista, conservando a lungo l'inziativa. Finisce, tuttavia, per sottovalutarlo; infine è costretto ad una fuga destinata a concludersi tragicamente. Nello stesso momento, Marco flirta con Vera (Claudia Marsani), spigliata e graziosa figlia del costruttore Sampioni (Renzo Palmer). Oltre ai citati attori, sono presenti in scena Luciano Catenacci, nel ruolo di un losco personaggio che fornisce appoggio ai banditi, e Al Lettieri, nei panni di Ciro, un maturo collega di Marco anch'egli "doppiogiochista", non per particolare avidità, bensì perchè posto in stato di necessità dai casi della vita. I personaggi di Ciro e Marco inducono alla riflessione circa il ruolo del "gorilla". Definire così una guardia del corpo lascia intendere che essa abbia il compito elementare di disincentivare attacchi al personaggio che proteggono, con il semplice aspetto fisico; eventualmente, di menar le mani. Nulla di più errato. Marco, ad esempio, è costantemente in tensione; deve saper prevedere, avere il controllo della situazione, essere una presenza discreta, sapersi muovere con sicurezza e rispondere proporzionatamente alle minacce. Il racconto, inoltre, descrive il lato umano di questi personaggi. I "gorilla" hanno famiglia, affetti, amori, sentimento ed una personalità che non può essere "comprata", così come crede possibile il bizzoso datore di lavoro; o domata, cosa di cui è convinto Berto, amorale e feroce criminale. Le ambientazioni del racconto sono quelle tipiche del genere; strade cittadine, quartieri periferici, insediamenti improvvisati ove prosperano criminalità e malaffare. Rendono ascrivibile l'opera al genere "poliziottesco" anche il buon ritmo, la colonna sonora, la presenza di diverse sequenze efferate. "Vai Gorilla" è un piacevole poliziesco all'italiana, impreziosito da una buona interpretazione di Fabio Testi nel ruolo di un personaggio che, nella gran parte delle storie, è "tappezzeria".
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