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Napoleon

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Napoleon

di Dany9007
6 stelle

Imbrigliare in un film una figura estremamente ingombrante e sfaccettata come quella di Napoleone Bonaparte sarebbe un'impresa titanica per chiunque. Viene alla mente lo "stratagemma" di Sorrentino con Il Divo ove ha deciso esplorare le quattro decadi della vita politica di Giulio Andreotti concentrandosi solo sul periodo del decadimento del suo potere, con vari rimandi alla sua storia politica; si può anche pensare alla soluzione di Richard Attenborough con il suo Charlot in cui esplora delle vicende attraverso la voce narrante del protagonista che si "confessa" ad un giornalista. Scott prova con l'approccio più classico, partendo dalla Rivoluzione Francese accompagnata dalle note de "la Carmagnole", al termine della quale il giovane e rampante ufficiale còrso giunge alla ribalta con la conquista della città di Tolone. Presto avviene l'incontro con l'amata Giuseppina e sullo sfondo di questa tumultuosa, passionale ma anche estremamente sofferta relazione il giovane ufficiale, ormai assurto ai più alti ranghi dell'esercito, miete conquiste in Europa e fuori dal continente sino ad incoronarsi Imperatore. Ma come ogni parabola, le sconfitte a Mosca prima e a Waterloo poi lo porteranno all'esilio nella remota Sant'Elena, ripensando con nostalgia ai suoi successi nonché alla, ormai scomparsa moglie da cui dovette divorziare per garantire un erede al suo Paese. Licenze poetiche a parte, peraltro in alcuni casi sostanzialmente inspiegabili (perché Napoleone avrebbe dovuto bombardare le piramidi, così l'immediatamente celebre falso storico del lago ghiacciato ad Austerlitz, il film manca soprattutto di uno spessore del personaggio, che viene dipinto solo con la sua grandezza sul campo di battaglia (peraltro senza mai spiegare le strategie messe in atto per uscirne sempre vincitore e sbaragliare gli avversari) ma senza mai esplorare il Napoleone amministratore che riuscì, soprattutto a scapito dei paesi conquistati a risollevare l'economia francese, depressa e martoriata dall'inflazione, così come non viene spsa una parola sulla sua attenzione e propensione alle bellezze artistiche (di cui farà sapientemente razzia). Patriottismo a parte, la campagna d'Italia viene snocciolata in una battuta su una missiva tra lui e la moglie e anche la campagna d'Egitto è rappresentata fine a sè stessa. Il film viene sostanzialmente appoggiato sulle spalle dell'ottima performance di Phoenix, imbolsito, serioso e bravo nel tratteggiare soprattutto le piccolezze della figura del condottiero (in particolar modo tra le mura domestiche). Ma purtroppo, troppi aspetti sono tralasciati. Al regista sembrano interessare di più le scene di battaglia, ormai ricorrendo sempre più alla computer graphic (peraltro da un punto di vista di spettacolo gestita in modo eccellente), delle quali non riesce nemmeno a mantenere una certa credibilità (Napoleone che si lancia in combattimento come l'ultimo dei soldati è ridicolo). 

In tutto questo mi è tornato alla mente l'espediente e la conclusione tracciati da un capolavoro di Hollywood: Quarto potere. Proporio come Citizen Kane, Napoleone è un personaggio troppo sfaccettato, troppo contraddittorio o controverso. Ma al contempo troppo grandioso per racchiuderlo in una narrazione univoca e diciamolo, anche banalotta. Forse proprio come Citizen Kane sarebbe stato altrettanto interessarne vederne degli aspetti visti secondo più prospettive, o vogliamo per forza racchiudere una figura che ha condizionato 20 anni di storia europea in un binario così semplificato proprio come la famosa e misteriosa "Rosabella - Rosebud" di Quarto potere?

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