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Sharper

Regia di Benjamin Caron vedi scheda film

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La recensione su Sharper

di barabbovich
7 stelle

Un ragazzo che gestisce una libreria a New York (Smith) incontra una bella coetanea (Middleton). I due si innamorano, ma poco dopo lei gli dice che il fratello (Stan) deve saldare un debito di 350.000 dollari e il ragazzo, nemmeno si chiamasse Mondadori, è pronto a darglieli. È l’inizio di una vicenda che vede coinvolti altri due personaggi (il padre del ragazzo, John Lithgow, e la seconda moglie di questo, Julianne Moore), legati da una spirale di truffe clamorose.

Vietato dire di più su questa sorprendente storia a scatole cinesi (un capitolo per ciascun personaggio), dove ogni inganno ne innesca un altro e il pubblico, convinto di aver capito chi sia il pollo di turno, scopre invece di esserlo lui stesso. L’intreccio è costruito con una precisione da orologiaio e il continuo ribaltamento di prospettive richiama tanto i giochi manipolatori del primo Mamet (La casa dei giochi) quanto il gusto per il colpo di scena dei migliori film di truffatori (da Nove regine ad American Hustle, solo per citarne un paio). A questo si aggiunge un lato sentimentale che, pur un po’ programmatico, dà sale alla storia. La regia di Benjamin Caron – qui al debutto cinematografico – sa come giocare con illusioni e depistaggi, spingendo lo spettatore a sperare che Davide, una volta tanto, prevalga su Golia. Ma è proprio lì, in un epilogo forzato e in qualche acrobazia poco plausibile, che il film perde parte del suo incanto. Resta comunque un rompicapo godibile, elegante e sufficientemente scaltro da meritarsi appieno la visione.

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