Nolan ha sempre osato. Sempre. Quando rischi non vai mai ad imboccare la via di mezzo così la sua produzione si divide tra alti e bassissimi. Dopo l’estremo e sfidante Tenet (per chi scrive tra i basissimi) il regista britannico non abbassa il tiro e rilancia su stesso con una storia vera, quindi gioco forza più contenuta da una sceneggiatura costretta a rispettare la realtà dei fatti, ma trattata come un kolossal. E Oppenheimer è un kolossal a tutti gli effetti.
Un film totalmente immersivo e totalizzante, tecnicamente superbo dal montaggio, il vero punto di forza della pellicola, fino al sonoro invadente ed esplosivo. Per due ore ci racconta una storia come non era mai stato fatto prima con un crescendo costante ed epico fino alla scena del test finale per poi adagiarsi nell’ultima ora con una sceneggiatura di alto livello ma sicuramente più convenzionale.
Ne esce un ritratto profondamente umano dell'uomo che ha creato lo strumento di morte per eccellenza, non vi è mai retorica, nè elementi clichè tipici del biopic che subentrano all'interno della narrazione e la dilatano su aspetti esterni a quello che è la missione dello scienziato. E' un film umano, filosofico e soprattutto politico.
Oppenheimer non è l’auto compiacimento di un regista sempre sfidante ed eccessivo, ma semplicemente grandissimo cinema.
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