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Berlinguer ti voglio bene

Regia di Giuseppe Bertolucci vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Berlinguer ti voglio bene

di somalsky
6 stelle

Il film descrive in maniera abbastanza veritiera la vita alla fine degli anni '70 nella provincia toscana. La noia, il paese, il prete gli ideali di una generazione tutto sommato non ancora pronta alla rivoluzione culturale che si respirava in quel periodo, l'emancipazione della donna per esempio. Vi sono tutti gli ingredienti tipici di una situazione di quel genere, i matrimoni combinati dai genitori per esempio, il prete del paese confessore di tutti, è emblematica la frase del "Buco" l'omosessuale del paese nei confronti del protagonista del film: nel quale emerge lo scarso spessore culturale dei paesani in un contesto di quel genere. L'ideologia che il P.C.I. di quegl'anni diffondeva nei confronti degli operai e della gente semplice cade alle prime contraddizioni radicate, mettendo in risalto l'inadeguatezza culturale delle masse di quel periodo non ancora pronte alla rivoluzione che nel desiderio del protagonista Mario Cioni doveva essere guidata dal segretario del Partito Comunista Italiano di allora Enrico Berlinguer. Un film discreto che non decolla mai completamente ma con buoni spunti che potrebbero essere inseriti negli annali del cinema, grazie anche all'interpretazione di Roberto Benigni, è memorabile la scena di Mario Cioni affranto dopo aver appreso la notizia della morte della madre che bestemmia e inveisce incessantemente per almeno alcuni minuti durante il tragitto di rientro a casa. In sostanza un film "onesto", necessario per il cammino artistico di Roberto Benigni, se non esistesse forse pochi ne sentirebbero la mancanza, ma dato che esiste non può mancare nella collezione di un amante del cinema italiano.

Sulla trama

Mario Cioni (Roberto Benigni) è un giovane, disadattato, ingenuo e sprovveduto di provincia. Vive con la madre vedova e autoritaria in una casa di campagna, questa è "inacidita" nei confronti della vita e del figlio più per mancanza di una figura maschile nella sua vita che per attitudine, Mario Cioni per vivere lavora la terra e i campi di famiglia e fa l'operaio edile, durante uno dei pochi svaghi che la provincia offre la domenica e cioè la balera, Mario Cioni viene "investito" dallo scherzo dei suoi tre amici, cinici e superficiali, questi fanno annunciare al microfono la morte della madre del Cioni, questo sconvolto torna a casa attraverso la campagna perdendosi nei pensieri più grotteschi. Ovviamente alla scoperta della bufala il Cioni si sentirà sollevato, rafforzerà l'affetto (anche se non corrisposto) e il "cordone ombellicale" che lo tiene legato alla madre. A causa di una partita a carte nel quale Cioni perderà 4 mila lire nei confronti di uno dei suoi amici quello più rude interpretato dall'efficace Carlo Monni, Mario Cioni non avendo i soldi per pagare la vincita sarà spinto con malizia dai compagni a far pagare la vincita dalla madre "in natura", è proprio dall'incontro tra l'amico e la madre che questi conosceranno l'amore, la madre (Alida Valli) muterà completamente il suo modo di fare, di essere e di apparire nei confronti della vita e del figlio, l'amico adirittura comincia a credere in Dio. Sullo sfondo Mario Cioni costretto a accettare la sua nuova situazione familiare divenuta a tre.

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