Regia di Don Siegel vedi scheda film
Forse il capolavoro assoluto della filmografia intera di Don Siegel, 10000 battute non basterebbero, per delineare tutto ciò che rappresenta il film più coraggioso e incisivo mai realizzato-e non solo nell'epoca d'oro degli anni '70- assieme a "Qualcuno volò sul nido del cuculo", sulla infinita capacità di risorse e di pericolosità, che possiedono i ginecei e che nessuno uomo potrà mai pensare davvero di poter sormontare, nè tantomeno soverchiare, senza esserne sconfitto poi annientato, soprattutto se isolato e solo. McMurphy quindi, esattamente come il caporale John McBurney. Personaggi forse opportunisti(bellissimi i flashbacks di guerra e combattimenti, nei quali viene mostrato ciò che davvero egli faceva i doveva fare, rispetto agli aulici e "quaccheri" resoconti dello stesso alla sig.ra Farnsworth/Geraldine Page), istrionici ma non così malintenzionati- è chiaro nel terribile finale quando viene fuori il voler andare via all'indomani del caporale assieme a Edwina/Elizabeth Hartman(poi suicida nella vita negli anni '80), e il sincero pentimento quando McBurney getta a terra nel momento della resa dei conti con tutte le donne del convitto e spinto dall'esasperazione per la gamba amputata, la tartaruga di Amy/Pamelyn Ferdin), istrionici e apparentemente poco seri ma che certamente, non meriterebbero la fine senza appello che viene loro riservata.
"Normalizzato", e non a caso strumentalizzato per un discorso opposto e che snatura la ragion d'essere stessa de "L'Inganno'' di Thomas P. Cullinan, dal rifacimento fatto negli anni 2010 di discorsi e stucchi che è meglio fare finta di non aver sentito, e diretto da una discendente di Coppola.
Che non abbisogna realmente di essere veduto, ma che riceverà certamente alti belati di approvazione da tutti coloro che sanno bene come con il suono del campanello, arrivi loro il pastone.[...]
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