Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
Il film è una metafora di un viaggio psicologico alla ricerca del sé, dove i denti di Antonio (Sergio Rubini) sono il pretesto per esplorare il suo passato e le sue nevrosi. Dopo avergli rotto i denti durante un litigio, la sua compagna Mara lo spinge in una discesa negli incubi e nei ricordi rimossi, attraverso una serie di dentisti. Ogni visita dentistica diventa un'immersione nel subconscio, un "viaggio dantesco" verso una forma di rinascita e accettazione di sé, liberandosi dei traumi passati. Il film è una sorta di seduta psicanalitica, dove la ricerca di un dentista diventa il percorso per affrontare la propria psiche. I dentisti rappresentano figure di terapeuti o sciamani che aiutano Antonio a sbloccare i suoi traumi. (Antonio è ossessionato dai suoi incisivi, visti come un difetto fisico che lo rende goffo e insicuro) La sua ossessione è legata alla sua percezione di sé e al suo corpo, che diventa il contenitore della sua memoria. Antonio attraversa un "inferno" personale fatto di ricordi infantili e incubi, per approdare infine a una nuova consapevolezza e a una rinascita interiore. La rottura dei denti è la rappresentazione del suo trauma, che innesca un percorso di guarigione attraverso la sofferenza e il dolore, con i quali riesce a liberarsi del suo passato. (I denti, e ci sono anche teorie Freudiane a proposito, sono il simbolo della sua fragilità, e la loro rottura segna l'inizio di un nuovo percorso di rinascita) Salvatores resce a creare un film che si distingue per il suo stile sperimentale, riuscendo a mescolare molto brne immagini oniriche e allucinatorie con la realtà quotidiana di Napoli.
Per concludere, Denti è un'opera che si distingue per la sua originalità e per la sua capacità di sfidare le convenzioni narrative e stilistiche, offrendo un'esperienza cinematografica unica e il suo significato si presta a molteplici interpretazioni, dalla crisi esistenziale alla ricerca della felicità e della libertà, passando per il complesso rapporto tra il corpo e la psiche.
P.s.: Secondo Freud un'ossessione per i denti può derivare da uno spostamento della libido verso quel distretto, rendendolo una zona erogena. Questa concentrazione ossessiva può essere una forma di ipocondria, dove l'Io, alterato da un eccesso di investimento libidico su un organo, si focalizza eccessivamente su di esso anziché sul mondo esterno. (stesso discorso per il feticismo dei piedi, ad esempio)
Denti (2000): Sergio Rubini
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