Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Uno dei film più estremi e controversi della Storia del cinema. Risulta difficile da giudicare in sede estetica, data questa sua natura estremistica, ma certamente è un'opera di denuncia che porta avanti un suo discorso preciso, per quanto sgradevole, e che non può essere avvicinata alle opere che sguazzano nella pornografia della violenza (anche se il rischio del compiacimento fine a se' stesso per certe immagini mai viste prima su uno schermo è fortissimo, e talvolta Pasolini finisce indubbiamente per cadervi). Il regista voleva denunciare il fascismo e la barbarie del regime repubblichino di Mussolini, ma anche della società consumistica in cui viveva, con una sempre maggiore omologazione e un Potere occulto sempre più tirannico, ma la sua opera si spinge troppo al di là di quello che uno spettatore può accettare dalla visione di un film, gli infligge dosi di violenza, crudeltà e perversione francamente insostenibili, oltre che disturbanti. Certo, è un'opera che vuole comunicarci qualcosa, è un'opera girata con uno stile glaciale e riconoscibile, è pur sempre l'opera di un grande poeta e artista, ma è un film che personalmente non sono riuscito ad amare. Dunque, sul piatto della bilancia finiscono per pesare motivazioni contraddittorie, un apprezzamento più delle intenzioni che dei risultati. Non me la sentirei di stroncarlo, consapevole dell'attualità e dell'urgenza perfino profetica del suo messaggio. Tuttavia, certamente non griderei al capolavoro assoluto come fa qualcuno, la parte di critica e di intellettuali che si allontanano dall'evidenza dei contenuti e delle immagini per lodare unicamente la carica anarchica e distruttiva del pensiero pasoliniano, qui giunto ad un testamento apocalittico e impregnato di morte e disperazione in ogni forogramma. Il mio voto finisce per assestarsi su un 7 di stima a Pasolini, ma avrei preferito di gran lunga che il suo testamento cinematografico fosse stato differente. Nel reparto attoriale si apprezzano soprattutto le performances di Paolo Bonacelli e della francese Helene Surgere, mentre i contributi tecnici sono dignitosi ma non all'altezza delle migliori opere di Pasolini, soprattutto per le musiche di Ennio Morricone.
VOTO 7/10
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