Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Un vecchio cowboy viene inviato dal proprio ex datore di lavoro alla ricerca del figlio. Il problema più vistoso dell'operazione è il clamoroso miscasting del protagonista: un Eastwood ultranovantenne, che dimostra ogni secondo della sua età, palesemente stanchissimo, messo a fare cose per le quali sarebbe stato credibile al massimo ai tempi di Gunny (combattere contro mafiosi, fare inseguimenti in macchina, domare cavalli selvaggi, sedurre donne con nonchalance), per le quali è costretto a ricorrere a trucchetti cinematografici da serie B, ottenendo comunque un risultato imbarazzante a più riprese. Però anche il resto non aiuta: è tutto estremamente superficiale, paludato fino a far sbadigliare, senza poi contare che il ragazzino coprotagonista è un mezzo cane. È apprezzabile la tenerezza di fondo che si respira e la riflessione sull'assurdità delle pose eroiche (tema comunque già affrontato in mille altri film, anche dallo stesso Eastwood), ma non bastano neanche lontanamente a salvare la baracca.
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