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L'ombra delle spie

Regia di Dominic Cooke vedi scheda film

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Souther78

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La recensione su L'ombra delle spie

di Souther78
4 stelle

Film attorno a un altro film, cioè la recita massonica della guerra fredda: storia distorta di una storia inventata. Ora, come allora, la tensione fra la Russia e l'occidente funzionale a dividere, controllare e impaurire le popolazioni, al fine di distrarre, soggiogare e addivenire all'ambito governo unico mondiale (OMS?). Mediocre la visione.

 
L'ombra delle spie, titolo italiano non proprio felicissimo per l'originale The Courier, ci propina per l'ennesima volta la storia di spie nel bel mezzo della guerra fredda.
 
Qualcuno ha osservato come le vicende reali siano state distorte nella trasposizione cinematografica, il che non dovrebbe sorprendere. D'altronde, lo scopo ultimo di tali opere non è certamente quello di fare verità; tuttavia, il vero inganno non è legato alle gesta dei protagonisti, quanto al contesto storico. L'Unione Sovietica, esattamente come la Cina, e, ovviamente, gli Stati Uniti, che recano simbolismi massonici pure nelle banconote, sono opere riconducibili alla massoneria: risalendo alla rivoluzione ottobrina, si può constatare come i suoi artefici fossero stati addirittura finanziati e supportati dagli Stati Uniti, sia da privati (Rothschild e Rockefeller in cima), sia dal governo. La contrapposizione tra i due blocchi, fasulla nella conoscenza di chi era ai vertici, ma realissima per tutti gli altri, è servita soltanto per creare spauracchi, proprio come avviene oggi con la Russia di Putin, così da utilizzare la paura come strumento di controllo e spaccare in due blocchi il mondo, avvicinandolo al governo unico mondiale (di prossima edizione, attraverso l'OMS).
 
Alla fine, Gorbacëv metterà il punto a quella recita, eseguendo il copione assegnatogli dalla massoneria: non a caso, anche il contro-golpe intrapreso a suo danno si risolverà in un nulla, pur essendo giunto a un soffio dal compiersi. Storica la stretta di mano massonica tra Reagan e Gorbacëv, nel novembre 1985 in Svizzera (https://it.rbth.com/storia/85298-quella-volta-che-gorbaciov-incontr%C3%B2).
 
Su queste premesse, vedere un film come questo è come assistere a un film su un altro film, con la differenza che, in tal caso, il primo (cioè le messinscene massoniche) viene considerato realtà e il secondo finzione. Certo è stata dura realtà per tutti quelli che, credendo veramente alla contrapposizione tra i due blocchi, si sono immolati per la pace. Ignoravano che i loro aguzzini, proprio come descritto in Monsters & Co., si alimentano della paura, e, quindi, la cosa che più ripudiano in assoluto è la pace.
 
Avendo compreso quanto sopra, è difficile calarsi emotivamente nello scenario proposto (propinato), e l'unica solidarietà è proprio rivolta a coloro i quali hanno sprecato le proprie vite, convinti di essere i buoni, contro i cattivi, non accorgendosi che cattivi fossero gli uni e gli altri.
 
Venuta meno la qualità storica dell'opera, è assai difficile trovare aspetti degni di nota: la recitazione, che ruota essenzialmente attorno a Cumberbatch, è di livello, ma non può colmare lacune narrative e registiche. La descrizione dei fatti sembra a tratti documentaristica, con maggiore propensione a illustrare, anzichè a far partecipare, con il risultato di disperdere la carica emotiva e la tensione.
 
Le ambientazioni non sembrano particolarmente ricercate, e, rispetto ad altri film ambientati nello stesso periodo storico, la sensazione è di maggior superficialità nella fase di selezione e scelta dei luoghi, con il risultato di una contestualizzazione assai limitata.
 
In generale, prevale la noia e il senso di già visto, senza particolari elementi in soccorso di un'opera di scarso interesse: si arriva al finale senza nessun rimpianto, ma, semmai, con un certo sollievo.
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