Regia di Giuseppe Piccioni vedi scheda film
Probabilmente il miglior film di Giuseppe Piccioni, intelligente esempio di cinema italiano che vuole trattare temi impegnati e delicati (il bisogno di spiritualità nell'arida società contemporanea, gli abusi sessuali nelle famiglie e la conseguente incapacità di affrontare la maternità per la persona abusata) con la giusta sensibilità e senza cadere nella banalità. La sceneggiatura risulta efficace come l'ambientazione in una Milano realistica e priva di glamour, gli attori perfettamente in parte con una Margherita Buy insolitamente sobria e commovente nel rendere l'umanità di un'aspirante suora che si trova a fare i conti col proprio desiderio di maternità rimosso, un Silvio Orlando meno gigione e più intenso del solito e una breve ma incisiva partecipazione di Giuliana Calandra come madre della Buy, con la scena del loro confronto che risulta uno dei picchi emotivi del film. Tutte le parti della trama legate alla vita delle suore e al rapporto fra la novizia e il padrone della lavanderia sono ben risolte, con dialoghi credibili e coinvolgenti; l'unico eventuale difetto che si potrebbe addebitare è quello di voler conferire, a tratti, un'aura un po' troppo poetica ad alcune sequenze, ma nel complesso il film funziona in maniera più che soddisfacente. Molto belle le musiche di Ludovico Einaudi, con un tema principale che risulta davvero emozionante e che si abbina perfettamente alle immagini, accompagnandole con intelligente misura. Anche nel finale il film si prende i suoi rischi, ma lo scioglimento è adeguato alla vicenda; il tema della violenza sessuale è affrontato con la giusta durezza, senza inutili ricatti emotivi e con una discrezione che torna come merito di Piccioni e dei suoi sceneggiatori. Avrebbe meritato un maggior successo a livello internazionale, perché le qualità ci sono eccome.
voto 8/10
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