Forse l'unica prova italiana veramente "alla Monty Python", sorprendente il successo che ebbe all'epoca in quelle settimane dal settembre 1980 in cui venne distribuito nelle sale cinematografiche, prima di essere sequestrato e poi censurato. Renzo Arbore realizza da "L'Altra Domenica" trasposta qui in un'opera cinematografica dal geniale spunto papalino "ante litteram"- la sua prima-, come poi non sarebbe mai più stato in grado volente o volente, di replicare. Purtroppo, rivedendolo oggi nella copia in HD ma censurata (tutto il finale dell'"Ultima cena" al ristorante socialista "Da Bettino", con Benigni-Giuda "per trenta gettoni della SIP", e altre scene, smorzando e di molto il finale con De Crescenzo/"Deus Ex Machina" ascendente al Paradiso con Fiat Panda rossa targa PAR 0001) a 89' del tremebondo canale ipercensorio di Dailymotion "Il Cinema italiano in HD", la sua censura e suoi travagli distributivi e giudiziari durati fino al 1998(tanto che non è stato programmato da un canale TV e solo da Sky, nel 2012) è fino ad un certo punto totalmente incomprensibile. E con il senno di poi risulta difficile digerire le varie scene con Benigni protagonista assoluto, forse solo una proiezione mentale di un altro Benigni, quello vero che adesso va a cena con Mattarella. Il che mi dà al netto del ribadito disgusto per il summenzionato, al contrario, un indizio-forse- del seppur superficiale,cambiamento di mentalità italiano avvenuto in pochi anni. Da estimatore di certa geniale comicità inglese, come detto in apertura definirei "Il Pap'Occhio" un film in stile Monty Phyton. Per il sapore del nonsense, della satira sociale, dei giochi di parole e degli "ammiccamenti culturali" numerosissimi, allo spettatore. Molto, molto divertente vedere dei geni indiscussi come Mario Marenco, le Sorelle Bandiera, Nando Murolo, Franco Bracardi ecc, ma anche Martin Scorsese e Isabella Rossellini, Graziano Giusti, Ruggero Orlando o Gerardo Gargiulo, prestarsi a questo gioco.
Un po' trash e a tratti caotico (il che in realtà è parte della sua attrattiva, ancora di più oggi dove sarebbe difficilissimo replicare qualcosa del genere), ma è pure e sicuramente un grande intrattenimento, sia per il cervello che per la cistifellea. Un totale, enorme agglomerarsi di assurdità, fino a esplodere di gag vignettistiche, gag a tutto tondo, dialoghi fantastici tra i personaggi, giochi di parole storici, religiosi e politici ben distribuiti, senza alcuna pietà ma anche senza alcuna cattiveria inutile. Autori come Federico Zampa e Dino Cassio che decisamente non si prendono sul serio (né prendono sul serio niente altro e nessuno, se è per questo). Da qui l'efficacia del loro contributo. Si può dire che ognuno è meraviglioso nel proprio ruolo fosse anche solo di sé stesso, a cominciare ovviamente dal perfetto Manfred Freyberger/Woytila che morì tre giorni prima dell'uscita al cinema, ed è soprattutto per questo che si fa ricordare. Tuttavia, Benigni ha uno spazio speciale (il suo monologo sul Giorno del Giudizio - Giudizio Universale - è una commedia a sè e autonoma all'interno dello stesso).
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