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I quattro dell'Apocalisse

Regia di Lucio Fulci vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I quattro dell'Apocalisse

di DeathCross
10 stelle

Molto buono: Lucio Fulci realizza un western in cui il Mito dell'West (classico o post-leoniano che sia) viene smiticizzato, a partire dai personaggi.

I/la quattro dell'Apocalisse indicati/a dal titolo, infatti, non possono essere considerati eroi/na, e l'omissione del termine "cavalieri" sembra quasi evidenziare tale aspetto: infatti i/la protagonisti/a di questa opera sono un ubriacone, un nero mezzo pazzo, una prostituta incinta e un baro appena scarcerati/a. 

 

A loro si oppone, per carisma e ferocia, il personaggio di Chaco, un personaggio tanto carismatico quanto sadico: in alcuni momenti sembra quasi una sorta di figura messianica (la scena in cui droga i/la protagonisti/a ricorda, almeno al sottoscritto, una sorta di "eucarestia" blasfema, accentuata dai movimenti 'manuali' della macchina), in altri rivela una spietatezza quasi inumana (la scena in cui si mostra il risultato della strage della carovana cristiana incontrata precedentemente dal quartetto è spiazzante, specialmente per la presenza di vittime infantili), ma alla fine, di fronte all'approssimarsi della Morte, è la codardia e la bassezza che prendono il sopravvento, ridimensionando notevolmente quello che può essere considerato l'unico personaggio davvero "mitico" (in quanto è l'unico che segue davvero i codici dettati dal Genere) del film.

 

Come nel resto della produzione Fulciana, oltre alle 'bombe' inserite nel Genere (si pensi alla rivelazione del cannibalismo che il gruppo involontariamente, ad eccezione del folle Bud, compie sul cadavere di Clem), anche qui il tema della Morte è incombente. In questo film, però, esso è abbinato al tema opposto e parallelo della Vita, come nella scena in cui Bud, ormai irrecuperabilmente impazzito, parla, completamente nudo, alle tombe della città fantasma, oppure nell'atto d'amore tra Stubby e Bunny dopo la morte di Clem (in linea col "testamento" da lui lasciato), o infine nella morte di Bunny in seguito alla nascita del figlio: la Morte e la Vita sono mostrate come in un rapporto simbiontico, caricando l'opera di Fulci di un'atmosfera tragica ma nel contempo inserendo un elemento quasi di Speranza.

"I Quattro dell'Apocalisse" si presenta come una sorta di road movie western, dove il viaggio e l'incontro con altri personaggi diventano l'elemento principale della vicenda: i personaggi incontrati dai/lla protagonisti/a nel corso del loro viaggio sono alquanto particolari, come il reverendo "anticonformista" autodefinitosi "missionario libero" (che sembra quasi ricordare il frate confessore di "[... ] All'onorevole piacciono le donne") o i montanari che adottano il bambino (chiamandolo Lucky).

Fulci vuole dirci che coloro che sembrano essere i peggiori elementi della società (fuorilegge, prostitute, ubriachi, neri...) sono in realtà gli unici individui veramente dotati di Umanità, al contrario degli "eroi" tanto decantati nei miti e della gente cosiddetta dabbene (come lo sceriffo e i "giustizieri" incappucciati dell'inizio). 

 

Probabilmente si potrebbe dire molto altro riguardo a questo gioiellino del Cinema Western Italiano, ma concluderei con il mio solito consiglio riguardo alla visione dell'opera.

 

Voto: 8-9

La colonna sonora

Molto particolare, specialmente in confronto alla tradizionale colonna sonora western d'ispirazione "morriconiana".

Tomas Milian

Sorprendente.

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