Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
Per sfuggire a uno stalker che la perseguita, Sawyer Valentini si trasferisce in un’altra città, ma i traumi del passato continuano a farsi sentire. Si rivolge dunque a una clinica per un consulto psicologico e, in maniera del tutto inaspettata e contro la sua volontà, il personale sanitario la costringe a un ricovero coatto di sette giorni. Cosa ancora più preoccupante, il suo stalker si è fatto assumere nella clinica in cui viene ricoverata. Steven Soderbergh, con Usane, mette in scena un film in bilico tra thriller e horror, che parla non solo della violenza sulle donne, ma anche della corruzione e ipocrisia del sistema sanitario. Dopo un inizio un po’ ambiguo, in cui non si capisce quanto le ossessioni della protagonista siano reali o meno, quando entra nel vivo la vicenda ha uno sviluppo più lineare e sufficientemente efficace. Tra i limiti più evidenti della pellicola, alcuni snodi improbabili e frettolosi, la figura di uno stalker un po’ troppo “bamboccione”, e forse anche il fatto risultare meno cattivo e disturbante rispetto ai buoni presupposti di partenza.
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