Regia di David Leitch vedi scheda film
In verità la comicità è un furbissimo paravento che cela una gran voglia di familismo conservatore.
Stavolta è lo stesso "mercenario chiacchierone" a rassicurare gli spettatori a una manciata di minuti dall'inizio: questo sèguito di Deadpool è un film per famiglie. D'altronde già nel (più ipocrita e detestabile) primo capitolo facevano capolino degli sprazzi di buonismo zuccheroso dietro al circo del gore più efferato e fascistoide. Ma almeno, in questo secondo episodio, viene gettata definitivamente la maschera: l'antieroe non è (più?) nemmeno anti, ammazza soltanto – almeno teoricamente – per giusta causa e nel finale addirittura si sacrifica (ma senza morire, perché non può...) per concedere una chance di redenzione a un bambino mutante reietto e sovrappeso (Julian Dennison) che abbraccia il male per vendicarsi di un educatore bigotto e viscido (Eddie Marsan). Ogni situazione parrebbe buttata in parodia (o in vacca, a seconda dei punti di vista), tant'è che aumentano esponenzialmente le strabuzzate d'occhio alla cultura pop (interne al mondo Marvel, ma non solo), i lazzi di afferenza scatologica (con gli ammiccamenti omosex fra Deadpool e Colosso), i camei (fulmineo sia quello di Brad Pitt che l'apparizione del cast dei prequel degli X-Men con svelamento del set). Ma in verità la comicità è un furbissimo paravento che è pronto a celare (non troppo velatamente) una gran voglia di familismo conservatore, a partire dal lutto che colpisce immediatamente il protagonista – che cerca di riunirsi all'adorata Vanessa (Morena Baccarin), uccisa da un colpo di pistola, in una specie di aldilà onirico – e aggiungendovi l'agnizione sulle reali motivazioni del personaggio di Josh Brolin, mosso da un odio che è figlio dell'amore. Non a caso, la violenza ne esce ammortizzata e l'azione – servita ottimamente dal regista di Atomica bionda ed ex stuntman David Leitch – è molto più fumettistica. La trama è maggiormente strutturata (con la collaborazione alla sceneggiatura di Rhett Reese e di Paul Wernick da parte anche di Ryan Reynolds), ma la loquela irriverente e scombiccherata che caratterizza il personaggio continua a conciliarsi ben poco con le esigenze di una narrazione cinematografica nel senso stretto del termine.
Colonna sonora di Tyler Bates ancora più ricca di brani di corredo e con pezzo inedito (Ashes) cantato da Céline Dion sui titoli di apertura che spernacchiano James Bond.
Voto: 5 — Film INSUFFICIENTE
Deadpool 2 (2018): Ryan Reynolds, T.J. Miller
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