Regia di Henri-Georges Clouzot vedi scheda film
Stanca delle vessazioni subite dal marito nonché direttore (Meurisse) del collegio nella periferia parigina dove insegna, Christina (Clouzot), affetta da cardiopatia, decide - fomentata dalla sua collega nonché ex amante del direttore stesso, Nicole (Signoret) - di approntare un piano diabolico per liberarsi dell'uomo. Quando tutto sembra essere filato liscio, il cadavere misteriosamente scompare. Un ispettore in pensione (Vanel) si mette a indagare, con quella curiosità impicciona che solo i vecchi segugi conservano.
Maestro del genere, Clouzot (L'assassino abita al 21, Il corvo, Il salario della paura) firma l'ennesimo giallo machiavellico nel quale la suspense, sempre sul filo del parossismo, è costruita con un rigore quasi geometrico. Ogni dettaglio diventa emblema del marciume morale che impregna i personaggi e la provincia francese tutta. Niente purificazione, dunque, ma un bagno nell'acqua stagnante delle coscienze. Tratto dal romanzo Celle qui n'était plus di Boileau e Narcejac, il film spinge il thriller verso l'horror, ma senza mai abbandonare il gusto per l'ambiguità. Lo spettatore, complice e vittima, si ritrova a credere nell'impossibile, finché il colpo di scena finale rimette (quasi) tutto in ordine.
Nel 1996 Jeremiah Chechik ne ha fatto un remake (Diabolique, con Sharon Stone, Isabelle Adjani e Chazz Palminteri), ma senza l'eleganza corrosiva e il sottile humour nero che, qui, fanno da cornice perfetta a un racconto di vendetta, inganno e crudeltà quotidiana.
I diabolici (1954): Véra Clouzot, Simone Signoret
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