Regia di Alain Resnais vedi scheda film
Su "Hiroshima mon amour", il rivoluzionario lungometraggio di esordio di Alain Resnais, esistono già tante analisi lucidissime e dettagliate, sui contenuti e sull'impatto di questo film destinato a cambiare per sempre i connotati del cinema europeo del dopoguerra. La rivoluzione di "Hiroshima mon amour" fu prettamente linguistica, poichè lo sviluppo del film non obbedisce alle peripezie di un racconto tradizionale (un pò come "L'avventura" di Antonioni dell'anno successivo, dove la trama, tuttavia, ha una maggiore evidenza rispetto al film di Resnais). E' una sorta di canto incantatorio, di salmodia ("Tu non hai visto niente a Hiroshima"), con un lungo monologo interiore recitato dalla voce fuori campo di Emmanuelle Riva, con esiti spesso altamente suggestivi e anche toccanti, in particolare nella prima mezz'ora, che è certamente quella che rompe gli schemi tradizionali del racconto in maniera più clamorosa. Innovativo nell'uso di flash-back spesso brevissimi e quasi subliminali, con un montaggio estremamente frammentato e lunghe e bellissime carrellate che Resnais utilizza come "tecnica di risveglio del subconscio", "Hiroshima" è un film per molti versi epocale, un tour de force formale che però, in qualche momento, risente di una sceneggiatura di Marguerite Duras che eccede in letterarietà e in battute di dialogo sentenziose e piuttosto datate; rimane in ogni caso un capolavoro imprescindibile per gli sviluppi del cinema Nouvelle vague e, in generale, di tutto il cinema del secondo dopoguerra. Per gli attori, notevole l'interpretazione drammatica di Emmanuelle Riva, attrice molto bella e brava che in seguito non manterrà del tutto quanto aveva promesso in questo film, ma che qui risulta insostituibile, reggendo su di sé il peso di moltissime sequenze, e buona anche la prova di Eiji Okada, che imparò il francese specificamente per questo film. Esteticamente raffinatissimo, con una fotografia in bianco e nero dovuta a due diversi direttori della fotografia per le scene ambientate ad Hiroshima e Nevers, Sacha Vierny e Michio Takahashi, il film di Resnais rimane uno dei più influenti di sempre sul cinema successivo, quasi alla stregua di un "Citizen Kane", e questo aiuta a superare i piccoli difetti ricordati in precedenza; celebre l'apprendimento di Jean-Luc Godard, che defini' le sue innovazioni con la formula "Faulkner più Stravinskij".
voto 10/10
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