Regia di Mario Martone vedi scheda film
Un Martone che affronta un argomento agro, ma che sa di cinema ad alto livello; certo non è un soggetto che ci rende piana la strada della storia ma che ci fa entrare nei meandri proibiti e intimi della storia familiare e sconosciuta. Tratto dal romanzo di Elena Ferrante, il regista, a differenza di Faenza con I Giorni dell'Abbandono, è riuscito a entrare in una trama e con una angolatura che ci porta nei meandri oscuri di una personalità che ha vissuta una storia intrecciata e difficile, e il cui segreto ormai fa parte sempre di più della sua vera personalità. Un argomento difficile a rappresentare, ma che Martone, grazie anche alla partecipazione assoluta di Anna Bonaiuto. Il regista si serve della fotografia di Bigazzi per dare spazio ad una Napoli drammaticamente vera e che deve fare i conti con i luoghi comuni che la circondano e ce la rendono visibile. L'atmosfera quasi da incubo aiuta il discorso che si prospetta e la preparazione teatrale degli attori di contorno dà il tono giusto a tutta l'operazione.
Storia spigoloso ed interessante e bene resa cinematograficamente
ottimo commento musicale non qualunque con l'inseirmento della Musica si Sepe
Continua il suo corso o regista cinematografico diverso ma interessante
Una interprete di razza vera
Coraggiosa nel suo ruolo dellamadre
Cratterizzazione nel rulo del figlio
Nel ruolo della madre da giovane
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