Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Il posto delle fragole racconta il viaggio del professor Isak Borg che deve ritirare un premio alla sua vecchia università, accompagnato dalla nuora Marianne. Durante il tragitto Borg rivive i iicordi, i sogni e gli incubi del suo passato, confrontandosi con i fallimenti della sua esistenza. Il viaggio diventa un'occasione per riflettere sulla sua vita e cercare una riconciliazione interiore.
La giornata di viaggio in auto del professore diventa per un tumulto interiore, e attraverso il "flusso di coscienza", mescola sogno e realtà, passato e presente, analizzado la sua vita da una prospettiva quasi post-mortem, come suggerito dal suo incubo iniziale del funerale e dell'orologio senza lancette, simbolo di una vita priva di tempo e direzione. Isak ha sempre vissuto una vita dedita al lavoro, isolandosi dagli altri e sacrificando i rapporti umani. Il film ci mostra come questa solitudine sia un risultato del suo egoismo e della sua incapacità di levarsi con le persone a lui vicine, culminando in un senso di aridità che lo fa sentire "morto pur essendo vivo". Il viaggio diventa così un'opportunità per confrontarsi con i suoi ricordi più dolorosi e con quelli felici. In particolare, il "posto delle fragole" rappresenta il luogo dell'innicenza e spensieratezza della sua giovinezza, la cugina Sara, e il suo primo amore, simbolo di un momento di felicità mai pienamente vissuto. Gli incubi (come il funerale senza orologio) e le sequenze oniriche sono profondamente freudiane e simboliche. L'incubo iniziale lo mette faccia a faccia con la morte, mentre i sogni successivi lo portano a un confronto con le sue colpe e le sue paure. Questi elementi sono fondamentali per la sua trasformazione interiore. La svolta del film si verifica quando Isak, grazie anche alla conversazione con sua nuora Marianne e alla visione della felicità dei suoi genitori (una visione che era fuggita al suo senso della vita), inizia a recuperare un legame con il presente. Si apre alla possibilità di riconciliazione con il figlio Evald e con il mondo, e questo gli dà un senso di vitalità che contrasta con l'iniziale aridità. Nonostante il sua vuta sia segnata da molti sbagli, il film si chiude con una nota di speranza. Il professore accetta la sua vita e, grazie al viaggio, riesce a trovare la propria pace e un modo per congedarsi dal mondo sentendosi "vivo" anche in punto di morte, con la consapevolezza che il suo percorso gli ha dato un nuovo significato. La regia di Bergman è perfetta, ed è caratterizzata da una fusione tra realtà, sogno e memoria, creando un "road movie interiore" che si snoda attraverso un viaggio fisico e psicologico. La recitazione è altrettanto notevole, con un Victor Sjostrom straordinario nel ruolo del professor Isak Borg, ma anche Ingrid Thulin e Bibi Andersson offrono interpretazioni memorabili. Bergman scrisse questo film durante un lungo ricovero ospedaliero, ed è autobiografico. (Il protagonista incarna tratti sia del regista che di suo padre) Il film rappresenta il tentativo di Bergman di esplorare il suo passato e le sue relazioni famigliari, in particolare il conflitto con sua madre, attraverso gli occhi del suo alter ego invecchiato.
Capolavoro assoluto, tra i migliori di Bergman sicuramente, che consiglio perché film commovente e profondo, praticamente un'ode alla vita, con una narrazione psicologica e filosofica che suscita molteplici spunti di riflessione.
Il posto delle fragole (1957): Gunnel Broström, Gunnar Sjöberg
Il posto delle fragole (1957): Victor Sjöström, Ingrid Thulin
Il posto delle fragole (1957): Ingrid Thulin, Bibi Andersson, Victor Sjöström
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