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Le vie del Signore sono finite

Regia di Massimo Troisi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Le vie del Signore sono finite

di sasso67
8 stelle

La fragilità della costruzione drammatica e la difficoltà di trovare un finale appena plausibile non possono condurre a concludere che il quarto film di Troisi (venuto dopo la collaborazione con Benigni per "Non ci resta che piangere") sia poco riuscito. Secondo me Troisi era soprattutto uno scrittore e un recitatore di monologhi comici, per i quali aveva bisogno di una spalla che gli desse semplicemente il la. Ci voleva una semplice battuta che lo mettesse in imbarazzo o lo irritasse, perché il comico partisse per la tangente, con discorsi deliranti, una sorta di flusso di coscienza verbale che buttava fuori ogni ragionamento che gli passava per la testa, con una sorta di autodialogo napoletanamente teso a prevenire le possibili obiezioni di un interlocutore spesso muto e talvolta addirittura inesistente. Sì, forse questo è il film più debole della scarna filmografia di Troisi, ma non lo definirei un film mediocre in assoluto. C'è l'idea di ricreare un mondo provinciale che sembra partire dalle idee freudiane filtrate attraverso "La coscienza di Zeno": ed infatti quasi tutti i personaggi del film soffrono di turbe psichiche o complessi gravi. Complessato è sicuramente Camillo, che somatizza talmente la rottura con Vittoria da rimanere paralizzato alle gambe; ma non sta molto bene di testa neanche Leone, suo fratello, che legge avidamente "Il corrierino dei piccoli" ed è morbosamente legato a Camillo; per non dire di Orlando, paralitico vero e rassegnato ad una vita da solitario a causa della sua menomazione, tanto da trovare una sorta di riscatto nell'adesione al Partito Fascista. Qui è poco sviluppato il personaggio femminile, nebuloso e confuso, drammaturgicamente immaturo (molto meglio Troisi saprà fare nel suo ultimo film con il personaggio di Francesca Neri), ma neanche ciò può offuscare quanto Troisi ha saputo fare, in questo film, con monologhi surreali e divertenti, solo per fare un paio d'esempi, sugli psicosomatici e sulla poesia ("...deve raccontare una storia, una guerra, una battaglia..."). Buono.

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