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Harmonium

Regia di Koji Fukada vedi scheda film

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alan smithee

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Harmonium

di alan smithee
7 stelle

Un thriller di vita vissuta, che si sviluppa secondo le beffarde combinazioni che a volte la vita ci offre. Una drammatica, quieta ma attanagliante vicenda di vita dove le colpe sconfinano tra un componente e l'altro della famiglia, e dove il senso dell'amicizia finisce per svilirsi nel dubbio di un fatto atroce che pare aver spezzato la quiete.

FESTIVAL DI CANNES 2016 - UN CERTAIN REGARD

Drammone a tinte noir piuttosto riuscito: un ex yakuza esce dal carcere e si presenta al suo vecchio compagno, ora tranquillo artigiano del ferro.

Si ferma a vivere e lavorare dall'amico, e con l'occasione si invaghisce della bella moglie, ma senza che ella ceda veramente.

Un giorno, poco distante da casa, la figlioletta della coppia viene ritrovata gravemente ferita alla testa presso un parco giochi: vicino a lei l'amico del padre: fatalità, vendetta nei confronti della mancata amante, o semplicemente l'uomo passava di li per caso e si è fermato a soccorrere la piccola?

Fuggendo senza lasciare tracce, l'uomo si prende carico di responsabilità magari non sue, e la ragazza rimane menomata mentalmente per il resto dei suoi giorni, costretta ad una vita da vegetale, sempre assistita dalle premure della madre.

Otto anni più tardi il destino fa sì che un ragazzo si presenti all'artigiano chiedendo ed ottenendo lavoro: caso vuole che sia il figlio del fuggiasco, avuto fuori del matrimonio e mai conosciuto da questo. Sentimenti contrastanti di vendetta e ragionevolezza spingono i coniugi, afflitti da una figlia gravemente handicappata a cui dedicarsi giorno e notte, a prendere decisioni estreme e definitive. Un film che parte piano, quasi sciattamente, conquistandosi il pathos da thriler sofisticato e drammatico che sa conquistare e catturare il pubblico.

L'enigma colpevole o innocente riesce a divenire attanagliante, creando i presupposti per coltivare un dilemma che cresce via via, e prende il pubblico per la gola, tanto diventa assillante l'esigenza di una soluzione.

Ma il regista, l'ottimo Koji Fukada, che ritrovo dopo il delicato ma un pò irrisolto "Au revoir l'été", sceglie la strada del realismo e si attiene alle possibili vie d'uscita che la vita di tutti i giorni riserva e consente.

Una delle sorprese del Certain Regard 2016

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