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Antibirth

Regia di Danny Perez vedi scheda film

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alan smithee

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Antibirth

di alan smithee
6 stelle

Ragazza sballata e fumata diviene a sua insaputa oggetto di un esperimento da parte di incauti narcotrafficanti. Ma la circostanza nasconde trame ben più misteriose e di portata "globale". Horror mancato che vira alla fantascienza cupa di serie B, senza trascurare il divertimento. Ottima la Lyonne, scurrile, grossolana, simpaticamente perduta.

Invitata con una certa insistenza ad un rave party presso uno stabile desolato e periferico, Lou, ragazza sballata che dimora in una roulotte semi distrutta e vive di eccessi e sballi da alcol e droghe di ogni tipo, comincia ad accusare, solo alcuni giorni dopo, strani malesseri che a prima vista indicano uno stato di gravidanza.

La ragazza non ci dà troppo peso, essendo sicura di essere da mesi non coinvolta in rapporti sessuali che possano averla incastrata in tal modo, ma non ricorda lucidamente i contorni della serata, essendosi ubriacata e avendo assunto per l'occasione ogni sorta di sostanza stupefacente.

Presto sintomi inequivocabili, come il rigonfiamento della pancia, o appetiti incontrollati ed altre evidenze concrete, come la prova positiva al controllo delle urine, danno per certa una gravidanza dalla natura sempre più misteriosa.

Quando Lou verrà avvicinata da una misteriosa donna più matura - ex militare fuggita a sua detta ad una vera e propria persecuzione da quanto si è ribellata a misteriosi trattamenti subiti dopo essere stata esposta a radiazioni di natura misteriosa, a dire della donna di provenienza extraterrestre - la ragazza intuisce che nel giorno del rave party qualcuno deve averla sottoposta ad un avvelenamento da sostanze tossiche non ben definite.

Un parto terrificante chiarirà (almeno in parte) la natura del complotto di cui è vittima, anzi portatrice, la ragazza, una vera e propria cavia per un esperimento compiuto da esseri alieni al fine di potersi ambientare nella nostra atmosfera.

Un bel pastrocchio questo Antibirth, che già sin dal titolo nasce come un ideale horror sanguinolento, e vira poco per volta verso il B movie fantascientifico che ricorda le atmosfere cupe della rilettura di Abel Ferrara de L'invasione degli ultracorpi (il gioiello sottostimato "Ultracorpi l'invasione continua", di primi anni '90).

Tuttavia il film, dalla storia bislacca e sin troppo sfaccettata per riuscire a rimanere coerente ad un filone preciso, ha dalla sua interpreti interessanti e noti piuttosto insoliti per un film di serie B: Natasha Lyonne su tutti (impegnata anche in veste di produttrice), fumata, "sballata, gasata, completamente fusa", e deformata dal parto apocalittico, si rende protagonista di assoli deliranti e spesso piuttosto divertenti, come quando parla subito dopo aver aspirato fumo, alterando la voce in modo esilarante (obbligatorio sentirla nella versione originale però!).

E se Chloe Sevigny appare un pò sprecata nel suo ruolo di contorno dell'amica-che-sa-ma-non-parla, il film ha almeno un ulteriore merito: quello di farci riapparire dopo anni la brava Meg Tilly, attrice di rilievo lungo tutti gli anni '80 con almeno una decina di titoli piuttosto noti se non epocali), che si assume l'onere di dare vita ad un personaggio controverso e contraddittorio piuttosto impegnativo da interpretare, ma che la vede impegnata con una dedizione quasi masochisticamente sacrificale, a rendere credibile una figura di perdente considerata pazza, ma forse custode di una verità scomoda ed incredibile che non può assolutamente essere rivelata.

Opera d'esordio a tratti confusa, spesso caotica, ma non certo disprezzabile dunque - questa di Danny Perez - in definitiva un horror mancato a favore della fantascienza più fosca e sporca, e per questo in fondo accattivante e sotto sotto pure divertente.

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