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Cannibal

Regia di Manuel Martín Cuenca vedi scheda film

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La recensione su Cannibal

di alan smithee
8 stelle

TFF 2013 - AFTER HOURS
Dopo il grottesco dei cannibali di Eli Roth, luce riflessa di un certo cinema grossolano ma pieno di appassionati in tutto il mondo, portato avanti con fierezza da "artigiani" tuttofare come Ruggero Deodato, con Canibal dello spagnolo Manuel Martin Cuenca iniziamo (finalmente o per fortuna) a trattare seriamente e senza voyeurismo gratuito e superficiale un fenomeno agghiacciante ma neanche così leggendario. Carlos non è solo uno dei sarti più rinomati di Granada, ma anche un mangiatore di carne umana. Solo e solitario, mai una storia fissa con una donna, sceglie come cibo di preferenza donne attraenti che coivolge in incidenti e trascina tramortite nella propria vettura, conducendole in un rifugio in alta montagna dove le macella con metodica accuratezza. La sua vita programmata e solitaria, scandita da abitudini e solitario lavoro di precisione, è scalfita dal sopraggiungere nell'appartamento sopra il suo, di una bellissima bionda massaggiatrice rumena, che non tarderà a fare la fine delle altre giovani che incrociano la strada del maniaco. Quando la sorella gemella, Nina, sopraggiunge a cercarla, per Carlos i sentimenti animaleschi avvertiti nei cinfronti dell'altro sesso mutano in un sentimento per lui nuovo e pure insolitamente piacevole e rasserenante, forse in grado di cambiargli per sempre l'esistenza. Più dramma che horror, il bellissimo film di Cuenta procede solenne e lento senza mai staccarsi dal suo personaggio centrale, che riesce man mano che la storia procede, a divenire quasi un personaggio pietoso e a suscitare persino tenui barlumi di comprensione (ammesso che mai si possa giustificare una pratica come il cannibalismo). La calma e la solennità del racconto non impediscono al film di accumulare tensione e a farsi dunque seguire con trepidante interesse dall'inizio alla fine. Una stordente ma pure sorprendentemente lucida opera prima per un autore da segnarci e tenere d'occhio per il futuro. Due sorelle identiche, una bionda e una bruna nelle quali chiunque ha diritto di ritrovare un personaggio (anzi due) hitchcockiano che funziona alla perfezione.

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