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Traffic Department

Regia di Wojciech Smarzowski vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Traffic Department

di alan smithee
2 stelle

TFF 2O13 - FESTA MOBILE/EUROPOP
Ecco il campione d'incasso della stagione cinematografica polacca. Come abbia potuto attirare frotte di pubblico una sorta di confuso polar girato caoticamente da far venire il mal di mare è davvero un mistero; un'incognita non tanto per il valore dell'opera (che come sempre puo' piacere o meno...a me non ha convinto proprio per nulla, anzi mi ha proprio dato fastidio affrontarla, sarà anche il fatto che si trattava del sesto film in un giorno), quanto per la capacità di attrarre pubblico da parte di una storia di ordinaria corruzione che coinvolge tutto il dipartimento di polizia di Varsavia: una narrazione discintinua, fatta di riprese mozzate che non durano mai più di venti secondi, spesso facendo ricorso (anche senza effettive concrete giustificazioni) a riprese da cellulari e da una macchina a mano che sbanda e rende tutto caotico ed incomprensibile, traballante e grossolano. E tutto cio' per dirci che la Polonia è il paese al mondo dove esiste il più alto tasso di corruzione al mondo dopo Bielorussia e un altro stato, se non ricordo male del Centro Africa. Per fare questo la prima mezz'ora è portata avanti da una ininterrotta sequela di ripetuti ed ossessionanti tentativi di multare dei guidatori colti in flagranza di effrazione, che propongono al poliziotto una mazzetta per evitare il verbale di contravvenzione. E tutto ciò solo per introdurre a sua volta una sporca vicenda di corruzione che parte dal tentativo di incastrare il poliziotto protagonista (corrotto, fedifrago, scriteriato come tutti gli altri volgari e gretti colleghi presenti nella becera pellicola, che al confronto quelli ironici e surreali nonche' strafatti del folle Wrong Cop di Dupieux sono semplicemente dei simpatici monelli) che invece potrà scagionarsi grazie proprio ad una delle tante effrazioni ripresa da un autovelox. Pareva forse troppo semplice e banale raccontare tutto il filo del discorso con una semplice linearità di sceneggiatura. Invece il regista sceglie di cavalcare una strada tortuosa e fortemente accidentata che dopo un'ora di taglia e cuci  di fotogrammi appiccicati uno sull'altro con incomprensibile criterio, senza neppure un coerente ordine cronologico dei fatti,  ci ricorda piu' che altro certi folli videoclip sgranati e diretti come un filmino amatoriale da compleanno: aspetto che provoca in me un fastidio incontenibile, e che non capisco come possa incontrare i gusti di massa, generalmente tendenti ad assecondare un racconto scandito su canovacci ben piu classici e lineari. Insomma da noi sbanca la commedia facile ed elementare, in Polonia il polar sulla corruzione dal linguaggio ardito e la ripresa sfasata da maldimare....da non crederci...nel bene e nel male.

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