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Ruby Sparks

Regia di Jonathan Dayton, Valerie Faris vedi scheda film

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La recensione su Ruby Sparks

di alan smithee
6 stelle

TFF 2011 - FESTA MOBILE
Domenica sera la sala 3 del Reposi e' gremita di spettatori, ed accedendo all'interno succede una cosa che in precedenza ho visto attuare, ma in modo piu' blando, solo con l'ultimo film di Carpenter "The ward": a tutto il pubblico indistintamente viene imposto non tanto di spegnere il proprio cellulare, bensì di imbustarlo in un sacchetto così ermetico che all'uscita impiego tutto il viaggio in metropolitana per riuscire a liberarlo. E tutto cio' è l'ennesima contraddizione tipicamente italiana, quando il film risulta già circolato in Francia ed in altri Paesi europei da oltre due mesi: in barba alla pirateria, che a questo punto si ritiene possa essere generata piu' da innoqui cinefili o appassionati di arte in generale, che da una scellerata organizzazione distributiva che nessun altro stato europeo puo' vantare peggio di noi.
Ma veniamo al film: carino e divertente, Ruby Sparks ha ricevuto un trattamento freddissimo dalla critica francese, che l'ha snobbato con impegno demolendolo su tutti i versanti e attribuendogli una sola stelletta su cinque disponibili.
Invece la commedia garbata e spesso molto divertente, ha almeno il pregio di affrontare piu' seriamente e approfonditamente di quanto non sembri il ruolo che la donna-tipo idealizzata dal maschio potrebbe assumere se costui avesse la possibilità di plagiarsela a proprio uso e consumo. Ruby infatti e' un personaggio nato dall'immaginazione dello scrittore giovane, famoso ma senza ispirazione Calvin, un inguaribile nerd che vive della rendita del suo folgorante esordio letterario rimasto tuttavia fino a quel momento un caso isolato. Quando Ruby - protagonista di un romanzo che stenta a nascere, ma che inizia a formarsi grazie al "compito scritto" ricevuto dal proprio analista Elliot Gould - appare nella vita del giovane, tutto ricomincia ad andare nel verso giusto, e la stessa Ruby, con qualche accorgimento in corso di stesura da parte del suo "burattinaio", si adatta a pennello alle esigenze di Calvin e di coloro che lo circondano. Paul Dano è straordinario e versatile allo stesso modo fantastico di come figurava volutamente rigido nei bei film che ce lo hanno fatto conoscere: memorabili i duetti tra lui e il fratello simpaticamente interpretato da Chris Messina, stereotipo del maschio piacente, brillante ed elegantemente soverchiatore.
La coppia di registi del piccolo grande Little Miss Sunshine tornano a brillare e, pur non eguagliando il risultato esilarante dell'esplosivo esordio, cuciono, attorno ad una spigliata sceneggiatura ad opera della stessa caruccia Zoe Kazan (nipotina del grande Elia), una bella commedia leggera ma anche acuta sull'esser soli oggi, sulla necessità di adattamento di entrambe le parti per poter raggiungere un accordo di convivenza che oggi è meno scontato che mai riuscire a portare avanti.

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