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Acciaio

Regia di Stefano Mordini vedi scheda film

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La recensione su Acciaio

di alan smithee
4 stelle

Nel mese delle trasposizioni di romanzi italiani di successo (dopo il riuscito Io e te di Bertolucci/Ammaniti, dopo Venuto al mondo della premiata famiglia Castellitto/Mazzantini - ma devo ancora vederlo e dunque ovviamente non mi pronuncio ancora) ecco qui un adattamento davvero brutto del vitale, quasi furioso romanzo d'esordio di Silvia Avallone: un romanzo che sulla carta poteva sembrare meno difficile di altri da rendere sullo schermo; un romanzo nel quale il desiderio di evasione da una esistenza che non ti sei scelto, dura e senza prospettive se non la fatica malsana del lavoro di fabbrica, riusciva a trovare nella pagina scritta un suo miraggio provvidenziale guardando l'orizzonte, vicino ma non per questo facile da valicare: un Isola d'Elba che trasfigura un paradiso che il popolo operaio non puo' meritarsi se non in una fugace visita domenicale. Invece la bella sofferta storia delle due adolescenti Anna e Francesca, resa così bene nelle pagine schiette e per nulla edulcorate della Avallone si disgrega e male si amalgama con le altre storie che caratterizzano un racconto che parla di riscatto e di orgoglio, del tentativo di non rinnegare le proprie origini da una parte e della voglia di fuga verso un orizzonte che e' sempre troppo distante da dove ci si trova. Cosi' ci si trova di fronte a tante piccole storie fiacche e svilite, a una Puccini imbarazzante, alla vicenda delle due protagoniste assolutamente scarnificata in cui il personaggio sofferto di Francesca ha lo spazio di poche apparizioni fugaci ed insufficienti per dare spessore ad un ruolo che invece meritava molto di piu'. Per non parlare dei personaggi delle due madri delle ragazze, grandi figure molto sfaccettate sulla carta, pressoche' inesistenti nel film e rese oltretutto da due interpreti che, senza offesa alcuna, non hanno nessuna forza interpretativa per reggere un personaggio gia' svilito in sede di riscrittura per lo schermo.
Una brutta trasposizione insomma, che guarda piu' a certi ritmi e linguaggi televisivi a mio parere insopportabili e banalizzanti, e dove sembra strano notare, tra gli sceneggiatori, anche la presenza dell'autrice del romanzo forte ed orgoglioso che ho letto d'un fiato solo pochi mesi fa.

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