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Oltre il giardino

Regia di Hal Ashby vedi scheda film

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La recensione su Oltre il giardino

di sasso67
8 stelle

Oltre il giardino è indubbiamente una satira (riuscita) della società americana, già abbondantemente condizionata dall'ignoranza e dalla televisione (e dall'ignoranza della televisione), ma, per qualche aspetto similare, Chance Giardiniere potrebbe anche rappresentare una figura Christi: non si sa da chi sia nato, suscita stupore, ammirazione e invidia, a suo modo compie il miracolo (rovesciato) di far morire pacificato il vecchio Ben Rand, in più, come Gesù è casto e alla fine cammina sull'acqua.

In ogni caso, anche a prescindere da questa interpretazione, che potrebbe non essere stata per niente nelle intenzioni di Kosinski, autore del romanzo e del suo adattamento, Chance mi ha ricordato il Kaspar Hauser del film dedicatogli da Werner Herzog. Come il protagonista di Jeder für sich und Gott gegen alle (bellissimo il titolo originale tedesco), anche questo giardiniere è una tabula rasa che si presenta, dal niente, in società. Il segno della vicenda, però, in Oltre il giardino è rovesciato. Laddove, infatti, la comunità tedesca del XIX secolo rifiutava il nuovo venuto, l'America succube della televisione, ma anche del mondo degli affari e della politica (e tra questi due mondi c'è un po' troppa contiguità, al di là della personale onestà dei singoli) rimane spiazzata da Chance, affascinata dalla sua semplicità (scambiata per prudente saggezza) e dalla sua schiettezza (che in realtà è l'assenza di tatto tipica dei bambini) e ne fanno una sorta di idolo, un guru, addirittura un plausibile candidato alla presidenza della repubblica.

Il film sarebbe un capolavoro, a mio avviso, se Ashby non avesse insistito troppo su qualche inutile momento macchiettistico, come le defaillance del Presidente, turbato dall'incapacità di comprendere il mistero di questo parvenu, perdendo di vista le linee fondamentali della storia.

Per chiosare un film reso comunque memorabile da una geniale interpretazione di Peter Sellers, si può parafrasare l'invettiva, quasi evangelica, fatta da Louise, la cameriera di colore che ha allevato il giardiniere, stupita di fronte al successo televisivo di Chance: beati gli scemi nati in America da madre bianca, perché anche di essi è il regno dei cieli.

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