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Our Town

Regia di Gil-yeong Jeong vedi scheda film

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La recensione su Our Town

di bradipo68
8 stelle

Uri dongne (titolo internazionale Our Town) comincia con il ritrovamento del cadavere di una ragazza crocifissa nel cortile di una scuola. O meglio comincia dallo sguardo dell'addetto alle pulizie che si trova davanti lo spettacolo efferato. E' poco dopo l'alba,quell'attimo in cui la città si sta svegliando e le strade si stanno riempiendo di gente dedita alle proprie attività giornaliere .
E si viene subito trasportati nell'incubo :la città da banale contenitore di ruotine quotidiane diventa un inferno opprimente in cui un serial killer sta uccidendo giovani donne.
Uri dogne non è un film in cui bisogna cercare l'assassino: la soluzione in quel senso praticamente viene fornita subito.
E' una pellicola in cui il cuore pulsante è il rapporto, la triangolazione morbosa tra i pre personaggi principali.
Lee Jae-Shin, tenente di polizia sta indagando sugli omicidi, ha un passato nebuloso in cui ha involotariamente causato la morte dei genitori di quello che è il suo migliore amico,   Gyeong, scrittore che cerca di immettere nel suo romanzo tutte le pulsioni omicide che riesce a malapena a frenare.
Il terzo vertice del triangolo è Hyo-Yi, legato intimamente a Gyeong( sempre da un fatto di sangue), anche lui con un passato infelice e un presente carico di misteri.
A loro modo sono tutti colpevoli di fatti inquietanti: in questo senso l'opera prima del talentuoso Gil-Yeong Jeong tratta della perdita dell'innocenza dei suoi protagonisti che troviamo ormai alle prese, chi più chi meno, con i propri fantasmi che provengono da un passato traumatico.
Il presente è non meno traumatico anche per lo spettatore a cui viene risparmiato poco o nulla dell'efferatezza degli omicidi( messi in scena in modo eccellente) con alcuni colpi di scena fulminanti( come ad esempio la sequenza dell'omicidio della coppia isolata in macchina ad opera dello scrittore, improvvisa come una rasoiata e che poi termina in modo sorprendente).
Proprio per la negatività intrinseca della caratterizzazione dei protagonisti è abolito qualsiasi processo di identificazione in un film che diventa mano mano più crudele e soffocante allorchè vengono speigati più nel dettaglio i rapporti intercorrenti tra i tre personaggi.
La città diventa un abisso senza speranza, un luogo di perdizione vietato alla catarsi e alla redenzione, un non luogo in cui è nulla la distanza tra reale e set cinematografico, non è necessaria alcuna ricostruzione scenica,bastano scorci di ordinarie periferie per creare il clima asiogeno.
Ecco perchè Uri dongne è così soffocante: è un qualcosa di tangibile, è la storia di un serial killer della porta accanto.
Un'opera prima che dimostra già tutto il talento del suo autore: non perfetta, non immune da difetti ma decisamente accattivante e mai banale al contrario di quello che potrebbe sembrare dalla sinossi:c'è un'intricata strutturazione ricca di flashback che moltiplica i piani temporali, alcune sequenze brutali relegate all'immaginazione dei protagonisti che fanno sobbalzare e un finale crudo e nichilista che sembra opera più di un chirurgo o di un anatomopatologo più che di un regista cinematografico.
Non viene risparmiato nulla all'immaginazione. 
Ecco forse lasciare qualcosa alla suggestione sarebbe stato preferibile per non sovraccaricare una materia narrativa di per sè esplosiva , ma è un difetto assolutamente trascurabile in un film visivamente così potente e intrigante.
Visto al Far East Festival di Udine nel 2008.

Su Gil-yeong Jeong

esordio di assoluto rilievo

Su Seon-gyun Lee

nei panni del tenente

Su Man-seok Oh

nei panni dello scrittore,piuttosto bravo

Su Deok-Hwan Ryu

il giovane Hyo Yi

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