Regia di Giorgia Cecere vedi scheda film
In un Puglia rurale anni ’50, appena uscita dal dramma dell’ultimo conflitto mondiale, una giovane ragazza di paese riesce ad entrare di ruolo come maestra in un borgo di contadini ben distante dal paese natio. Questo le comporta la separazione da madre e sorellina, ma soprattutto dal fidanzato, nobile di ottima cultura a cui va il merito di aver istruito privatamente la giovane, facendole conseguire l’agognato diploma e poco dopo il primo incarico del titolo.
La distanza si sa, separa e divide anche le unioni piu’ solide e presto la verita’ viene a galla: il ricco fidanzato viene “distratto” da una nobile amica della cugina, e si sfiora la tragedia; poco tempo dopo la giovane per ripicca si unisce in matrimonio (riparatore) con un balordo ma sincero giovane del paesello in cui insegna.
Buona e credibile ambientazione paesana per un’opera prima che si pone come una via di mezzo tra il cinema-realta’ di Olmi e la rappresentazione colorata alla Avati. A meta’ strada nel senso che non rischia mai il macchiettismo che a volte trapela in qualche personaggio di Avati nei suoi pur riusciti film ad ambientazione paesana, e nello stesso tempo si distanzia da una rappresentazione prevalentemente documentaristica spesso presente nel cinema del grande maestro di Asiago. Un film riuscito, una ulteriore conferma del talento maturo della giovane Isabella Ragonese.
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