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La bella gente

Regia di Ivano De Matteo vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su La bella gente

di alan smithee
6 stelle

Incredibile sorte di un film fantasma che ha gia' suscitato unanimi apprezzamenti da parte dei pochi fortunati che sono riusciti a vederlo; una pellicola che meriterebbe quantomeno, se non di guadagnare uno spazio anche veloce in sala (e non si sa proprio perche' cio' non possa avvenire) un passaggio televisivo in prima serata grazie all'attualita' dei temi trattati; all'uso di un linguaggio diretto ed una sceneggiatura di tipo classico che giunge piano piano al fulcro di una problematica scottante come quella dell'accoglienza dei clandestini, della dignita' che meritano, ma che sembra un discorso ormai scontato solo se visto o vissuto da lontano.

Una coppia agiata sulla cinquantina trascorre il solito week end nella tranquillita' della bella casa di campagna, nel verde di una periferia bucolica italiana che e' ancora un sogno per chi dopo una vita di lavoro si vuole concedere uno stacco dalla consuetudine irruenta e prepotente di ogni giorno. La moglie lavora per una centro di accoglienza per extracomunitari e, dopo aver visto di sfuggita dalla macchina una giovane prostituta che a bordo strada viene violentemente percossa dal suo sfruttatore, persuade il marito, remissivo e di indole generosa ed altruista, ad intervenire per portarla da loro e offrirle proteggezione. Persuadere la ragazza a tutto cio' e vincere la sua naturale diffidenza non e' facile ma alla fine tutto sembra volgere per il meglio. L'arrivo del figlio unico della coppia e della sua acida e gelosa fidanzata non sembrano  riuscire a scalfire la bella atmosfera che si e' creata, e neanche la inguaribile grettezza degli arricchiti vicini di casa riesce a fare molti danni alla ritrovata serenita' della giovane sfortunata sedicenne. La quale comincia ad illudersi fin troppo di aver trovato "l'america", cedendo troppo prematuramente ed inavvertitamente alle lusighe del figlio della coppia, non riuscendo a sospettare, al pari dello spettatore cosi' ben disposto ad un prematuro happy end, che anche in quel caso il ruolo della giovane e' solamente ed inesorabilmente quello della lolita accendi-emozioni, da usare e buttare via dopo l'utilizzo. L'atmosfera infatti si fa via via piu' pesante, e proprio la moglie che ha impulsivamente deciso di forzare la situazione e salvare la ragazza comincia a non reggere piu' la responsabilita' di quella convivenza che rende l'aria stagna e la tensione palpabile.

La buona borghesia arricchita che tende la mano in segno di aiuto e poi ti ributta in strada come uno straccio vecchio ed inutilizzabile, lasciandoti in mano una busta con due soldi per calmare la coscienza non e' molto diversa nei comportamenti dalla vile grettezza della coppia di vicini che tratta il tuttofare filippino peggio di un mulo da tiro o di un cane randagio che non fa nemmeno piu' compassione. 

Ivano De Matteo si destreggia bene con una sceneggiatura molto classica, quasi da film televisivo che ha comunque quasi solo pregi, primo fra tutti la lucidita' di un racconto che cresce in tensione e scava nel profondo di ognuno dei riusciti e ben delineati protagonisti della vicenda. Aiutano il complesso dell'opera una coppia affiatata e realistica resa da due strepitosi interpreti come Antonio Catania e Monica Guerritore, finalmente ritrovati protagonisti al cinema dopo tanti ruoli rispettivamente da comprimario e teatrali. Nel personaggio maschile interpretato da Catania lo spettatore si rifugia invano fino all'ultimo per cercare almeno un individuo che sappia andar dritto fino in fondo ai propri sani ideali, mentre una bellissima Guerritore al naturale e senza una ruga nascosta, impersona con la massima credibilita' ed aderenza la mutevolezza di un carattere che sembra forte ma crolla clamorosamente non appena le cose prendono una piega non preventivata. Non meno efficaci nel contesto mi sono sembrati Iaia Forte e Giorgio Gobbi nel rendere alla perfezione il becero squallore dell'italiano arricchito nel portafoglio ma non nello spirito, mentre Elio Germano da' vita ad un nuovo personaggio impulsivo e nervoso che illude anche noi spettatori meno disincantati della genuinita' dei suoi sentimenti. 

Predicare bene e razzolare male....

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