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L'uomo medio+medio

Regia di Pierre-Paul Renders vedi scheda film

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La recensione su L'uomo medio+medio

di mc 5
6 stelle

I nostri cugini francesi dimostrano per l'ennesima volta come si possa mettere in piedi una commedia divertente che prende spunto da problemi reali: insomma cio' che noi italiani non ci sognamo neanche di fare (i motivi di questa incapacità bisognerà prima o poi discuterli). L'argomento forte da cui parte la sceneggiatura e' quello (primario in una societa' capitalista) dei sondaggi e del marketing. Una agenzia pubblicitaria ha un'idea eccellente: scovare l'uomo piu' medio che c'è, e lo individua nel protagonista, Jalil, il quale viene spiato costantemente con telecamere nascoste anche nella sua abitazione, pronte a captare ogni suo gesto quotidiano; anche i suoi atti piu' insignificanti assumono rilevanza agli occhi dei pubblicitari, essendo lui divenuto "IL" campione dei gusti e delle scelte nei consumi nazionali. E la stessa agenzia mette a libro paga una graziosa fanciulla affinchè finga interesse verso Jalil e ne catturi le attenzioni amorose. L'obiettivo e' dunque quello di creare nuove linee di prodotti che, testati inconsapevolmente da Jalil, siano destinati a sicuro successo commerciale. Ma ad un certo punto il "giocattolo" si rompe; per esempio la ragazza comincia a percepire forte disagio per questo suo ruolo "bastardo" di amante simulata. E lo stesso Jalil, quando viene a sapere di tutta la montatura, ha una reazione che qui non svelero'. Diciamo pero' che e' da questo momento del film che inizia una seconda parte, a mio avviso un po' meno riuscita della prima. Il film ha un discreto ritmo, e puo' contare su battute e dialoghi brillanti. La giovane Caroline Dhavernas e' carina e brava. Lui, Kalid Maadour, e' il mattatore assoluto ma questo nuovo attore non mi ha del tutto convinto: qua si muove a suo agio ma lo aspetto ad altre prove perche' sulla sua incisivitè e duttilità ho qualche dubbio; per dire, al suo posto avrei visto meglio Gad Elmaleh, l'altro astro nascente della commedia francese, sicuramente piu' bravo a rappresentare l'impacciato che si ficca nei guai. Quanto al "tema forte" del film, quello del controllo attuato sulle nostre scelte quotidiane dalla pubblicità e dal marketing, ci sarebbe da discuterne per ore. Da una parte, cio' che qui viene raccontato in forma di fiction (e dunque in modo esasperato e grottesco) ha in effetti dei risvolti reali preoccupanti ed inquietanti. Ma, senza essere un pubblicitario, faccio notare che un cittadino medio che ci rappresenti tutti e' un'utopia, in quanto e' noto che le campagne pubblicitarie vengono condotte dopo studi fatti su segmenti differenziati di utenza, nel senso che anche un target ragionevolmente ristretto ha comunque dei prodotti a lui destinati e per lui predisposti.
PS: L'italiano medio compra sempre SORRISI & CANZONI (per moltissimi una imprescindibile guida spirituale!)...l'italiano medio legge solo i quotidiani locali...l'italiano medio considera VESPA e COSTANZO due persone intelligenti che fanno informazione interessante e piacevole. Allora, io decisamente NON sono un italiano medio...

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