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I viaggiatori della sera

Regia di Ugo Tognazzi vedi scheda film

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La recensione su I viaggiatori della sera

di Baliverna
7 stelle

In uno strano mondo del futuro, comanda un misterioso potere, che per attuare le sue politiche e controllare la popolazione si serve dell'Esercito di Salute Pubblica..... Film profetico.

L'ho trovato un film riuscito, nonostante qualche imperfezione qua e là. Tognazzi forse non era di vocazione regista, ma non si può neppure dire che questa pellicola e “Il fischio al naso” siano dei fallimenti. Anzi, pur mostrando delle incertezze, l'attore ha saputo comunque cavarsela anche nella la regia. Il fatto che entrambe le pellicole trattino di individui prigionieri in una struttura comoda, che pare benevolente, ma in realtà è l'anticamera della morte non è certo accessorio.

Il contenuto è sicuramente interessante, e per molti versi profetico. E lo è oggi più di qualche anno fa: la soppressione degli anziani perché non produttivi, l'istigazione a farsi sterilizzare, il controllo sociale totale, e la maschera gentile e suadente di un potere che è in realtà feroce e violento. Le più assurde limitazioni della libertà vengono motivate con “per il vostro bene”, e in nome di questa formula il potere si permette e fa accettare ogni prepotenza. Tutti questi elementi li possiamo trovare, diversamente coniugati, nel nostro mondo contemporaneo. Va riconosciuta la lungimiranza del romanzo, visto che nel 1979 queste tendenze erano assai più sbiadite di oggi.

Il protagonista è uno dei pochi che non si bevono la propaganda e le bugie del regime (mai identificato chiaramente, ma più che concreto), ma le nuove generazioni sono ormai completamente assuefatte, e anzi difendono la prigione in cui sono state rinchiuse.

Il finale è per molti versi pessimista, ma non del tutto. Qualcosa di buono rimane, e forse inizia, e il comportamento del protagonista assume accenti eroici, benché apparentemente dimessi.

Mi sono piaciute diverse idee originali (del film o del romanzo?): le targhe delle macchine con il misterioso triangolo, le carte del “gioco” al villaggio turistico, i dialoghi con le guardie, il sesso come passatempo. Sono poi riusciti, secondo me, certi episodi, come quello del bar lungo la strada, l'ispezione delle guardie “buone”, e l'inseguimento del poveretto scappato su una Dune Buggy. I toni dimessi e minimalisti di questi episodi li rendono secondo me più inquietanti. Un po' fuori luogo, secondo me, mi è sembrato l'episodio nella comune di nudisti. C'è poi qualche piccola “pozza di acqua stagnante” nella parte del villaggio turistico, ma in complesso, il film funziona.

Quanto agli attori, ritengo bravo Ugo Tognazzi, che sembra ritrovare la misura e la malinconia del “Comissario Pepe”, ma anche la Vanoni se la cava, visto che dopo i primi venti minuti è riuscita a farmi dimenticare di essere una cantante. Particina per Riccardo, figlio del regista, nei panni del giardiniere. Da riscoprire.

 

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