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La canzone più triste del mondo

Regia di Guy Maddin vedi scheda film

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La recensione su La canzone più triste del mondo

di FilmTv Rivista
8 stelle

Sarebbe opportuno che il cineasta canadese d’avanguardia Guy Maddin riuscisse a trovare un pubblico più vasto degli affezionati che anni fa sudavano sette camicie per vedere i suoi film (adesso si trovano facilmente). Perché è tra i più originali e indispensabili auteur (se ancora questa definizione ha qualche senso) contemporanei. Se il precedente Dracula - Pages from a Virgin’s Diary, rilettura musical del romanzo di Stoker, accentuava il portato colonialista, questo è forse il suo film più politico. La gara mondiale per la canzone più triste è il punto di partenza per un mélo sull’imperialismo, l’affanno al potere, lo sfruttamento della civiltà: le ceneri su cui bruceremo sono già dentro di noi, e la Storia procede per autocombustione. Un film per comprendere il passato e il presente. Moderno ma filtrato attraverso strumenti anni ’30, come sempre nel cinema di Maddin.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 0 del 0

Autore: Pier Maria Bocchi

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