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La canzone più triste del mondo

Regia di Guy Maddin vedi scheda film

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La recensione su La canzone più triste del mondo

di spopola
8 stelle

Un piccolo gioiello anarchico e un po’ folle assolutamente fuori da ogni schema, praticamente impossibile da classificare in un preciso genere per il suo variare quasi camaleontico realizzato con infinita perizia e amore. Per me, il primo fortunato incontro con il talento visionario del geniale regista canadese.

Un’opera affascinante e inconsueta di un autore che potrei definire innovativo e geniale. Guy Maddin ci ha “regalato” infatti un piccolo gioiello di inestimabile valore, anarchico e dirompente, assolutamente fuori da ogni schema e quasi impossibile da classificare in un preciso genere per il suo variare quasi camaleontico. Insomma il prestigio e la fama che si era conquistato questo titolo, non sono immeritati, tutt’altro!!! Si tratta per me del il primo incontro effettivo con il talento visionario e inconsueto di Madden, un regista canadese che la “censura” del nostro mercato non credo ci abbia mai permesso di incrociare qui in Italia (non mi risulta che nessun’altra sua precedente produzione sia mai circolata da noi) ma che, dopo un semplice primo approccio con i fotogrammi immaginifici di questo straordinario racconto in immagini e musica, mi sento di definire anche io “come uno dei talenti più liberi ed eccitanti del cinema contemporaneo”. “The Saddest Music in the World”, è una stupefacente esperienza un pò folle realizzata con infinita perizia e amore, indefinibile persino nella forma, fra l’espressionismo e il Tod Brownig di Freaks e una fotografia così sgranata e contrastata nel suo rigoroso, chiaroscurato “bianco e nero”, da rimandare fino alle “origini” estreme del muto. Lo sguardo è leggero e irriverente, assurdo e graffiante con la sua spiazzante e paradossale ironia.. il divertimento critico assicurato.. basta lasciarsi andare senza inibizione alla dirompente, trascinante forza di questo “Wunderkammer” e il gioco è fatto. Lo stile “sapientemente” impeccabile (di rango): il nostro conosce perfettamente il suo mestiere ,lo padroneggia e lo ama con una forza incommensurabile, rilevabile dall’energia, dall’humor, che esprime dal competente “studio” di ogni inquadratura, persino dallo strepitoso utilizzo delle voci e dei volti a cominciare da una insolita, bravissima e indomabile Isabella Rossellini dalla bionda parrucca e le gambe amputate, divertente e “divertita” come l’esperienza richiede. Di cosa tratta il film? Una storia “pazzoide " e sublime nella sua semplicità che riassumo riportando ciò che è scritto proprio sulla fascetta del DVD proprio in questi giorni uscito sul mercato0 a colmare la lacuna: “1933 – WINNIPEG (CANADA). LA CRISI DELLA GRANDE DEPRESSIONE E’ AL SUO APICE. PER INCREMENTARE L’USO DELL’ALCOL, LA PROPRIETARIA DI UNA FABBRICA DI BIRRA, LADY PORT-HUNTLY (ISABELLA ROSSELLINI) DECIDE DI ORGANIZZARE UN CONCORSO MONDIALE PER PREMIARE . MARIACHI, MESSICANI PIANGENTI, TETRE CORNAMUSE SCOZZESI, DOLENTI SUONATORI DI TAMBURO DELL’AFRICA OCCIDENTALE…. PER VINCERE IL PREMIO DI 25.000 DOLLARI, MOLTI GRUPPI MUSICALI AFFRANTI, DARANNO IL LORO MEGLIO”. Un delirio di immagini e suoni insomma… un paradossale “quasi” Sanremo del nord corrosivo e “spietato” che lascia più di un segno e molte tracce.

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