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Paura della paura

Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film

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La recensione su Paura della paura

di Baliverna
8 stelle

A me non è sembrato un Fassbinder minore. Mi sembra buono di per sé e, per quanto mi riguarda, lo preferisco pure ad altri suoi film celebri (come quelli sulla ricostruzione tedesca).
Si tratta di un ritratto riuscito di una donna, mamma e moglie, sull'orlo della follia, praticamente sempre in procinto di precipitarvi. Il regista sa inserire nel film tanti piccoli particolari, accenni e allusioni, che compongono un mosaico composito e sfaccettato. La protagonista soffre infatti di una specie di attacchi di panico, di paure misteriose, ondate di ansia e confusione mentale. La causa di questi disturbi nessuno la conosce, né lei, né i suoi familiari, né i medici. Il lato curioso è che nessuno si preoccupa neppure di tentare di scoprirle; si limitano a minimizzare il problema e a darle farmaci ansiolitici, che ovviamente non l'aiutano un granché. Questo è secondo me quello che accade molte volte nella realtà anche oggi. Quindi le cause del male della protagonista rimangono fuori dal film, e sono al più disponibili all'interpretazione dello spettatore.
Il vero dramma della donna è che nessuno la capisce, e nessuno le parla cuore a cuore; persino il marito, che per certi versi è premuroso e amorevole, è di fatto distante, preso dalle sue cose, e non di rado respinge le sue richieste di dialogo. Lo fa senza cattiveria, ma lo fa. La suocera e la cognata sono così maldestre e ottuse, che con i loro interventi fanno più male che bene. Le due donne le sono sottilmente ostili anche per quella gelosia latente che a volte la madre ha per il figlio e la sorella per il fratello. Il problema principale insomma la solitudine della donna, e la mancanza di dialogo con i familiari (in primis il marito); diversamente, riuscirebbe forse a trovare cosa c'è che non va dentro di lei e a guarire. Nella pellicola è ben presente anche il tema del suicidio, perché credo che il tormentato regista tedesco doveva averci pensato per molti anni.
E' un film dai toni quotidiani e non spettacolari, dove sembra di vedere la vita vera, e che è molto sensibile nel definire le psicologie dei personaggi. Gli attori li ho trovati bravi, specie la Carstersen e Ulrich Faulhaber (il marito), perché hanno una recitazione ricca di sfumature. Belle le musiche di Peer Raben, che tra l'altro creano una particolare atmosfera nelle soggettive dove la donna vede le immagini ondularle negli occhi. Non ho ravvisato discorsi o tesi femministe. E dire che è un film per la TV; come sono cambiati i tempi.

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