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Running On Karma

Regia di Johnny To, Wai Ka-Fai vedi scheda film

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La recensione su Running On Karma

di joseba
8 stelle

Ex monaco buddhista esperto di arti marziali e attualmente bodybuilder spogliarellista, Big (Andy Lau) viene arrestato dalla detective Lee (Cecilia Cheung) per atti osceni (strip integrale). Il suo arresto avviene però in concomitanza con le indagini su un caso di omicidio perpetrato da un indiano alto due metri ma in grado di nascondersi in una lattina. Capace di scorgere il karma delle persone, Big vede le colpe ereditate dall'ignara Lee (in una vita passata era un sadico generale giapponese col pallino delle decapitazioni) e decide di aiutarla a cancellare il debito karmico, assistendola nelle indagini. Martial Arts/Action/Mélo/Detection/Buddhist Movie: impossibile incasellare "Running On Karma" in una sola di queste categorie, il folleggiante film di Jonnie To e Wai Ka-fai è tutte queste cose insieme, spesso contemporaneamente. Che la stravaganza sia l'imprescindibile chiave di lettura di questa pellicola è chiaro fin dall'inizio, in cui vediamo Andy Lau insalsicciato in una abnorme tuta di lattice intento a sculettare sul palco di un night club di Hong Kong. Il momento è di un weird sublime e le urla esultanti di Cecilia Cheung che invoca il nudo integrale lo rendono ancora più indimenticabile. Indubbiamente la Milkyway non ha ancora raggiunto la sontuosità visiva che caratterizzerà le sue produzioni dal 2004 in poi (dal dittico "Breaking News" - "Throw Down" passando per "PTU"), ciononostante qui, a comporre un collage autoironico e mistico insieme, confluiscono frammenti sparsi di tutta la filmografia di To: dalla recitazione "en travesti" di "Fulltime Killer" alle atmosfere notturne del coevo "PTU", dai funambolismi cinetici di "Executioners" all'irreversibile conto alla rovescia di "Running Out Of Time". Un affresco di spiazzante e mercuriale autoreferenzialità (che tra l'altro anticipa le visioni introspettive di "Mad Detective"). Impossibile non spendere due parole sul crescendo misticheggiante del film. Lungi dall'essere scevra di componenti parodistiche, la traiettoria spirituale di "Running On Karma" è di infallibile nettezza: liberarsi dagli automatismi della rabbia e della vendetta significa interrompere la catena di sofferenze che la legge del karma somministra implacabilmente. Soltanto il riconoscimento del debito karmico e la deliberata astensione dai meccanismi causa-effetto può condurre ad un'effettiva emancipazione. Insegnamento tanto elementare quanto universale che negli ultimi 15 minuti si fa cinema trascendentale. Attraverso lo stile, ovviamente.

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