Regia di Aleksandr Sokurov vedi scheda film
Molto suggestiva la prima sequenza, ma poi il film cade in quell'ermetismo esasperato che caratterizza purtroppo altri film di Sokurov così come alcune pellicole del suo maestro Tarkovskij. Manca l'essezialità e l'asciuttezza di "Madre e Figlio", uno dei suoi film più significativi. Qui, al di là del (comunque discutibile) fascino figurativo, la vicenda si ingarbuglia e si finisce per smarrire il senso ultimo dell'opera. Peccato perchè l'atmosfera onirica, sottolineata anche dai comportamenti e dalle psicologia dei personaggi, prometteva bene, così come anche la componente omo-erotica che caratterizza il rapporto fra i due protagonisti (quasi sempre a petto nudo l'avvenente padre). Ci sono poi i temi della guerra, della peregrinazione per una città fantasma, dell'amore adolescenziale (bellissima la sequenza del primo dialogo fra il figlio e la bionda, che si scrutano da dietro una finestra socchiusa); ma tutto si limita a lampi di poesia incantatoria, troppo sporadici per costituire un grande poema visivo.
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